Gentile Direttore,

la presente per rispondere all’articolo pubblicato nel precedente numero a firma del sig. Luigi Andoni e di un non meglio identificato gruppo di pensionati, che, a quanto leggo, si stanno crucciando per il mio agire politico.

Innanzitutto, mi auguro che avremo modo di confrontarci di persona, considerato che non ci conosciamo, e che ci possa essere l’occasione per un dibattito su contenuti, temi e prospettive per la nostra città, anche nel caso in cui decidiate di costituire formalmente un comitato elettorale per la candidatura dell’attuale vice-sindaco verolese.

Ai molti cittadini che credono ancora nella buona politica, quella che analizza, critica in tono costruttivo e propone alternative, questa uscita infelice e densa di superiorità morale è risultata oltre modo stonata. Una superiorità morale a corrente alterna vista la giunta dei non manerbiesi o dei manerbiesi in trasferta.

Cosa farò? Resto in campo e in “Azione”, convinto delle mie idee, scegliendo di mettere umilmente un po’ del mio tempo a disposizione per la comunità. Sto con i manerbiesi che lavorano, studiano o che faticano a ritrovare un’opportunità, cittadini che vedono intorno a loro una Manerbio sporca, piena di disservizi e siti dismessi, tutti consapevoli che non sarà un’asfaltatura o il taglio delle piante a ridare credibilità a questa giunta.

Manerbio svolterà se si riuscirà ad unire, con un po’ meno slogan e meno superiorità morale, le tante persone che trasversalmente, per età anagrafica e storia politica e professionale, hanno un costruttivo senso civico e la voglia di fare politica senza tifoserie da stadio. Amministrare la città di Manerbio per farla rialzare con un po’ di “lucida follia” nelle idee, sano ottimismo nell’agire e un rinnovato spirito di collaborazione fra le persone.

Non appena la situazione sanitaria e il clima lo consentiranno, Vi invito ad un confronto, magari al parco Rampini, su un tema sicuramente di vostro interesse: lo sviluppo di un progetto per una terza età protagonista, rivolto a tutti quei pensionati che hanno mantenuto la volontà di stare all’interno di processi partecipativi nella comunità, con rispetto e onestà intellettuale verso il prossimo.

Cordialmente,

Andrea Almici