Il circolo Acli di Manerbio è sempre più attivo sul territorio. Dopo la costituzione dell’associazione Assoverde, che si occupa della manutenzione del verde nella cittadina, è nata anche la Pro Loco che sta attuando una serie di iniziative tra le quali una vivace collaborazione con il tessuto associativo territoriale. Con l’Osservatorio per la Cittadinanza Attiva, costituito da diverse associazioni di cittadini stranieri (in particolare ucraini, indiani, pachistani e senegalesi) è stata avviata una ricerca che sarà presentata nelle prossime settimane. In particolare è stato somministrato un questionario a 1900 cittadini stranieri (circa 120 famiglie) che vivono a Manerbio e che hanno accettato di rispondere alle domande. Complessivamente nella cittadina della Bassa Bresciana sono censiti 2000 stranieri a cui poi si aggiungono altri che gravitano sul territorio. “Non tutti hanno accettato la nostra proposta” precisa il presidente del circolo Acli Eugenio Feroldi “c’è ancora un po’ di diffidenza sulla quale credo sia necessario operare”. Dai primi elementi che emergono dall’indagine, prevale una totale “incomunicabilità” con le istituzioni locali, eccetto con sportelli come l’anagrafe necessari per vari documenti. Per quanto riguarda i servizi alla cittadinanza, gli stranieri, secondo quanto emerso dalla ricerca, non vi accedono normalmente. “Ciò che fino ad ora è stato evidenziato, è che esiste ancora un forte problema di integrazione con la comunità locale” precisa Feroldi “gli stranieri che risiedono a Manerbio vivono tra le mura domestiche e con un ristretto gruppo di connazionali. E’stata già un’impresa mettere intorno ad uno stesso tavolo le diverse associazioni che operano nella cittadina e alcune di queste hanno addirittura declinato l’invito”. Ad oggi manca un dialogo tra le diverse etnie e riuscire a fotografare la realtà straniera presente sul territorio è un primo importante passo per avviare un percorso di integrazione, seppur difficoltoso e impegnativo. Ma il circolo Acli di Manerbio è ampiamente operativo anche su tanti altri fronti. Nelle scorse settimane si è costituita la Proloco che ha come soci fondatori alcuni aclisti e presto sarà aperto un tesseramento a chiunque ne voglia far parte. Successivamente il consiglio direttivo ha deliberato le linee guida di attività e iniziative da proporre alla cittadinanza. “L’obiettivo principale sarà quello della promozione storica, culturale ed enogastronomica del nostro territorio” ha precisato Feroldi “per esempio, abbiamo indagato e scoperto che i casoncelli sarebbero nati a Manerbio”. Nelle ricerche effettuate dai soci fondatori della Proloco, tra i vari libri di cucina del 500 e tra i vari autori immaginari del tempo, si trova un testo che parla di tale Melibea da Manerbio, inventrice dei casoncelli e che ammazzò con le proprie mani un orso di grandezza mostruosa. Si tratta di affermazioni fantasiose che però geo-localizzano la nascita di questa prelibata pasta ripiena in un’area ben specifica. “Queste origini, che siano vere o meno, ci offrono però l’opportunità di pensare ad un percorso enogastronomico proprio a base di questa prelibatezza bresciana” ha commentato il presidente Feroldi. Tra i progetti della Proloco, poi, c’è la riscoperta della ferrovia che è ultracentenaria. “Vogliamo valorizzare la storica litorina, un convoglio nato alla fine degli anni ’30 e che rappresenta un pezzo di storia italiana”. Altro tassello importante per Manerbio è stato l’insediamento dello stabilimento Marzotto. I soci della Proloco, attraverso diverse iniziative, intendono valorizzare il lavoro di questa storica azienda che ha rappresentato una grande risorsa per la cittadina bresciana. “E’ interessante far conoscere anche alle nuove generazioni il processo di tessitura e riuscire, magari, a recuperare vecchi telai. Tra i nostri programmi c’è anche l’allestimento   di mostre fotografiche dedicate a questo tipo di attività svolto da tantissimi cittadini manerbiesi” ha concluso Feroldi.   

Barbara Appiani