Pagato solo il 13% dei fondi per il caro materiali alle stazioni appaltanti. Le erogazioni procedono a rilento. Il commento del presidente Deldossi: “Occorre un intervento urgente da parte della politica”.

“La burocrazia sta bloccando circa un miliardo di euro di compensi promessi alle imprese per il caro materiali ancora dal secondo semestre del 2021. Nonostante la cassa sia disponibile da mesi, le erogazioni avvengono ad oggi con il contagocce. È impensabile che le imprese debbano continuare a farsi carico di una gestione disorganizzata. Così i cantieri non possono continuare”. Queste le preoccupazioni esposte dal presidente di Ance Brescia, Massimo Angelo Deldossi, in merito ai forti rallentamenti dei pagamenti delle compensazioni spettanti alle imprese impegnate nella realizzazione di opere pubbliche.

Infatti, a partire dalla metà del 2021, dati gli aumenti dei prezzi registrati sui principali materiali da costruzione (mediamente quasi del 35/40%), il Governo ha adottato alcune misure di supporto, per evitare di interrompere le lavorazioni, prevedendo un meccanismo di compensazione per i contratti in corso e venendo in contro all’esigenza di rimunerare i costi sostenuti in misura maggiore.

Ma, in molti casi, le imprese di costruzioni sono ancora in attesa dei pagamenti per il caro materiali relativo al secondo semestre 2021, che il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti è tenuto a effettuare in attuazione della Legge di bilancio 2022. A giugno 2022, il ministero ha ricevuto circa novecento richieste per 2.219 cantieri, pari a 119 milioni di euro da parte delle stazioni appaltanti, per dare ristoro alle imprese. Eppure, secondo le informazioni fornite dagli stessi uffici del ministero, sono stati pagati solo 15 milioni di euro, pari al 13%, alle stazioni appaltanti che hanno poi provveduto a pagare le imprese. 

La situazione risulta essere diversa a seconda dei cantieri. Per una prima categoria di opere speciali, cioè contemplate nel Pnrr, nel Piano nazionale complementare (Pnc) o con Commissario straordinario, i dossier risultano già istruiti dal ministero e sono stati avviati gli ultimi pagamenti. 

Infatti, il decreto-legge “Aiuti” adottato lo scorso anno aveva stanziato circa tre miliardi di euro per il pagamento del caro materiali relativo ai lavori realizzati nel 2022. Di questi 1,7 miliardi erano stati destinati a un fondo per le opere speciali e 1,32 miliardi a un fondo per tutte le altre opere. Per tale dotazione finanziaria, riservata a opere del Pnrr, del Pnc e con Commissario straordinario, sono state presentate richieste per circa 212 milioni di euro e le domande, circa 1.500, sono state già istruite e gran parte dei pagamenti risultano versati alle stazioni appaltanti e di seguito alle imprese. È stato inoltre avviato l’iter per completare l’ultima tranche di versamenti.

Per le altre opere, invece, rispetto a 1,32 miliardi di euro assegnati, secondo le informazioni fornite dal ministero, sono state presentate circa cinquemila richieste per un valore che si aggira intorno ai 1,17 milioni di euro. Ad oggi, sono stati effettuati i pagamenti solo per una parte delle richieste formulate nell’ambito della prima finestra di accesso al fondo per i lavori relativi al periodo gennaio-luglio 2022 e comunque solo a titolo di anticipo, nella misura del 50%. Non risulta ancora conclusa l’istruttoria delle richieste relative al periodo gennaio-luglio 2022, presentate ad agosto 2022. L’importo complessivamente erogato ad oggi è pari a circa 170 milioni di euro.

Situazioni che tradiscono anche una problematica ben nota alle pubbliche amministrazioni, ossia la farraginosità delle procedure poco chiare e quasi sempre contraddittorie, con iter lenti e inutilmente intricati che passano da numerose piattaforme non sempre intuitive che rallentano, se possibile, ancora di più le richieste di accesso ai fondi ministeriali.  Un ulteriore ostacolo alla rapida conclusione dell’istruttoria delle richieste che risulta necessaria non solo per consentire il pagamento delle imprese, ma anche per dare attuazione alle misure previste per il caro materiali nel 2023 in attuazione della Legge di bilancio 2023. La Legge di bilancio ha infatti prorogato il DL Aiuti. I fondi non utilizzati nel 2022, che sono circa 1,6 miliardi di euro, verranno trasferiti per essere utilizzati per attuare le misure previste per il 2023. “Occorre un intervento urgente dalla politica per sbloccare i pagamenti tenuti in ostaggio dalla burocrazia. Lo chiedono le imprese, ma anche l’intera catena di produzione” conclude il leader dei costruttori bresciani.