È arcinoto come un albero che cada faccia più rumore di cento che crescono eppure ci sono “alberi” molto particolari che, nascendo, di rumore ne fanno, eccome! In questi giorni sta destando grande clamore un’enorme antenna per la telefonia di un noto gestore telefonico (senza fare nomi, Iliad) la cui installazione in centro a Rovato, “capitale” della Franciacorta, a detta degli adirati abitanti incauti amministratori stanno promuovendo con molta noncuranza ma assai poca attenzione nei loro confronti, sordi nei confronti di una comunità che grida allo scandalo. Questa maestosa quanto inadeguata opera tecnologica che potremmo paragonare a una torre Eiffel in miniatura, in lontananza di un albero spelacchiato ha le sembianze ma purtroppo per noi tutti è in realtà un obbrobrio tecnologico, un mostruoso ammasso di ferro e acciaio che starebbe bene, si fa per dire, messa da tutt’altra parte e certo non nello skyline della cittadina, dinnanzi alle finestre di caratteristici cascinali in pietra, a contraddistinguere calme strade di paese e, dulcis in fundo (!) fare da sfondo ad una chiesetta ricca di fascino e antica proprio a pochi metri. Dov’è finita la saggezza popolare, quella che avrebbe certo impedito sul nascere che per gli occhi e sulle proprie teste cotanto scempio e fonte di inquinamento potesse trovare seguito? Quale fine hanno fatto lungimiranza, buonsenso e buongusto, forse venduti per trenta denari? Facciamo trentaquattro, come i molteplici metri di altezza dell’antenna della discordia, imposta a persone che rispettano norme e regole anche quando queste sono di difficile comprensione e comportano sacrifici e rinunce, da chi parrebbe usarle a proprio piacimento e per mero interesse, naturalmente il proprio. Però lasciando agli altri il conto da pagare.

Giuseppe Agazzi