È proprio in questi giorni che Silvio Meisso (nella foto) festeggia il suo 80° compleanno (classe 1940) e raccontare la sua storia perso-nale e professionale non è certo facile. 

Quando ci si trova di fronte ad un grande artista e maestro che ha realizzato grandi opere, si capisce già di aver a che fare con una vita straordinaria, fuori dal comune, fatta di grandi incontri, casualità, eventi che sembrano essere tappe di un destino importante scritto da una mano sapiente. 

Gli anni della formazione e l’inizio dell’attività di restauratore

La sua “carriera”, se così la possiamo definire, comincia a 12 anni quando, utilizzando di nascosto i colori del padre, realizza il suo primo quadro. 

Suo papà, Pietro Meisso, era infatti imbianchino ma si occupava anche di pittura e restauro. Era un pittore di stile naif. 

Fu così che Silvio venne iscritto alla scuola Ricchino dove frequentò diversi corsi: carboncino, disegno, figura e pittura, ed essendo particolarmente portato, venne consigliato di iscriversi all’ac-cademia. 

Successivamente, all’età di 18-20 anni e con immensi sacrifici, il padre lo mandò all’Accademia di Belle Arti “Carrara” di Bergamo dove superò l’esame di ammissione nonostante i numerosi partecipanti anche stranieri e dove completò la sua formazione.

Qui scoprì la passione per gli affreschi grazie alle attività di restauro di cui si occupava l’accademia. Silvio tuttavia era preoccupato e titubante perché Rovato all’epoca ovviamente non gli avrebbe dato delle possibilità in termini professionali. Fu così che il Caso venne in suo aiuto: in quel periodo presso il convento del-l’Annunciata sul monte Orfano, il prof. Guido Fiume (noto restauratore milanese) stava eseguendo delle opere di restauro sugli affreschi della chiesa e Silvio andava periodicamente ad osservarlo durante i lavori. 

Ebbe modo di parlare spesso con lui finché un giorno il professore gli chiese: “Ti piacerebbe fare il restauratore?”

Silvio rimase senza parole e fu così che iniziò a lavorare con lui. Con il primo incarico dovette trasferirsi a Quinto Vercellese dove Fiume aveva ricevuto l’incarico di restaurare una chiesa romanica. Rimase con lui come dipendente e poi come socio per 12 anni tant’è che “il maestro” gli propose, sul finire della carriera, di rilevare il suo studio di Milano. Meisso tuttavia non era amante della città, pertanto preferì restare a Rovato.

Le principali opere di restauro

Sono davvero molti gli interventi di restauro da lui realizzati nel corso della carriera la maggior parte dei quali effettuati sul territorio nazionale, alcuni all’estero e numerosi a Rovato ed in terra bresciana.

È d’obbligo citarne alcuni: il restauro di una villa del Palladio a Noventa Padovana ove erano presenti opere di Tiepolo e di Urbani; l’abbazia di Sant’Egidio in Fontanella di Sotto il Monte (Bg) dove venne accolto padre David Maria Turoldo; la Villa Maria conosciuta come Villa Branca a Baveno sul lago Maggiore dove fu ospite nell’800 la regina Vittoria d’Inghilterra, l’Armeria Reale di Torino.

Tra le opere recuperate in provincia di Brescia troviamo: la chiesa parrocchiale di Castelcovati con restauro di affreschi e dipinti; la parrocchiale di Santa Maria assunta in Rovato dove curò il restauro dei dipinti (tra i quali quelli di Jacopo Palma il Giovane), degli affreschi e delle decorazioni. 

Sempre nella parrocchiale Rovatese Silvio ha restaurato l’oratorio della Disciplina (o dei Disciplini) e la cappella in stile liberty (opera unica al mondo).

Altre chiese restaurate in territorio rovatese sono state quella di San Michele, San Rocco e Santo Stefano. 

Altri importanti lavori sono stati quelli realizzati sugli affreschi del chiostro e della chiesa di San Bernardino a Chiari, nel monastero di San Pietro in Lamosa a Provaglio, nell’abbazia di Rodegno Saiano, nella chiesa della Madonna della Neve a Pisogne ove è intervenuto sugli affreschi realizzati dal Romanino. 

Molti anche gli interventi su quadri importanti come quelli del Guercino a Lugo di Ravenna, Palma il Giovane nella parrocchiale rovatese (di cui scoprì la firma prima occultata e quindi sconosciuta).

Tutti lavori di importanza storica che le sovrintendenze hanno affidato a Meisso con immensa fiducia ben conoscendo la sua bravura e le capacità artistiche.

L’insegnamento, la pittura e le incisioni

Negli anni ’60 del secolo scorso ritroviamo Silvio Meisso alla scuola Ricchino, stavolta non più come allievo, ma come insegnante.

Qui per circa vent’anni ha tenuto i corsi di decorazione e restauro ricoprendo anche il ruolo di presidente.

Nel corso della sua vita è sempre stato appassionato di pittura e per questo, nel corso degli anni, ha sempre realizzato quadri ed incisioni che molto spesso dava ad amici e conoscenti come doni augurali per le sante festività.

La passione per il modellismo e le collezioni 

Oltre alla pittura che sempre lo ha accompagnato, negli anni ’70, grazie ad un amico che gli portò un modellino di caravella mal riuscito da sistemare, Silvio cominciò ad occuparsi di modellismo riproducendo famose imbarcazioni di cui ha realizzato completamente di sua mano ogni singolo dettaglio. Nel suo laboratorio troviamo le riproduzioni delle tre caravelle di Cristoforo Colombo, della HMS Endeavour (mitica nave del comandante James Cook) e della Amerigo Vespucci, sicuramente il modellino più complesso ed artistico: una riproduzione in scala dell’originale davvero fedele ed unica. Anche qui il caso gli fece conoscere, durante una cena a Roma, il comandante della nave che gli permise di consultare i disegni originali realizzati per la costruzione del veliero e da cui trasse importantissimi spunti.  Preso da questa passione ha realizzato molte altre imbarcazioni tra le quali una di sua fantasia dedicata alla moglie Gina

Non mancano nelle sue collezioni anche modellini di aerei e cimeli storici essendo anche un grande appassionato del mondo aeronautico. Artista davvero poliedrico è stato affascinato anche dal mondo della ripresa cinematografica che lo ha portato, non solo a collezionare cineprese e proiettori d’epoca, ma anche a realizzare numerosi filmini e documentari in 8 mm e super 8 che ancora conserva insieme ad innumerevoli fotografie e documenti dei suoi lavori e delle straordinarie esperienze vissute.

I riconoscimenti ufficiali

Con una vita così intensa ed eccezionale non potevano mancare preziosi riconoscimenti da parte delle autorità locali e nazionali; è stato insignito dell’onorificenza di “Cavaliere al merito della Repubblica” nel 1997 dall’allora Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro e, nel 2010, è stato premiato con il Leone d’oro dall’allora sindaco di Rovato Andrea Cottinelli.

Nel suo 80’ compleanno siamo davvero onorati di dare risalto alla vita ed alla carriera di un uomo straordinario, artista unico che ha sempre agito per passione e mai per denaro, che è riuscito ad infondere nel lavoro e nell e opere realizzate i suoi sentimenti più intimi e la sua passione per l’arte espressa in ogni sua forma. 

Oggi Silvio Meisso è rimasto quello di sempre: artista curioso e straordinario e uomo dal carattere mite ed umile che mai ha cercato onori e gloria. 

Durante il periodo della chiusura per il coronavirus si è dedicato a dipingere piccoli quadri ed a realizzare incisioni a soggetto naturale e paesaggistico: scorci e paesaggi rovatesi e franciacortini che mostrano ancora una volta l’amore per la propria terra natìa. 

Oggi la sua attività prosegue grazie al figlio Giuliano e Silvio può sicuramente essere fiero come uomo (è padre di due figli e nonno di quattro nipoti) e come artista, per tutto ciò che ha vissuto e realizzato.

Emanuele Lopez