Alla domanda se “siamo di Rovato”, noi solitamente cosa rispondiamo? Tutto sommato sarebbe semplice replicare con un sì o con un no ma nel contempo potremmo avere qualche esitazione nel fornire la risposta più appropriata. È probabile, infatti, ci sovvengano antichi ricordi sulle nostre origini nonché specifiche discendenze, a confermare la nostra l’appartenenza alla bella capitale franciacortina e le sue pittoresche frazioni fin dalla notte dei tempi come a… smentirla nel caso questi fossero nebulosi o non esistessero affatto. 

Tuttavia, siamo certi di voler lasciare a taluni freddi certificati di residenza e polverosi documenti di carattere storico, per quanto essi importanti ed autorevoli, il nostro sentimento di appartenenza alla comunità? 

Si dirà “carta canta” però al cuore non si comanda ed è proprio quest’ultimo che faremmo bene ad ascoltare e concedere l’ultima parola. Si è (davvero) di Rovato se la amiamo, tutti i giorni, come dire nella buona e cattiva sorte, quindi quando la nostra città ci accoglie a braccia aperte e pare volerci bene più del solito altresì nel momento in cui sembra deluderci e desidereremmo cambiarne qualche aspetto. 

Prafrasando una famosa citazione, chiediamoci non quanto essa può fare per noi ma quello che possiamo, e dobbiamo, fare per lei. Muovendosi in questa direzione la potremo sentire assai più vicina, più nostra e battere più forte il cuore. Pertanto, la prossima volta che ci dovessero chiedere: “Sei di Rovato?”, che si replichi con un cenno del capo oppure forbite asseverazioni, ciò che conta veramente è lasciare che a rispondere siano soltanto i sentimenti che in cuor nostro proviamo.

Giuseppe Agazzi