Le ripetute occasioni di ritrovi e di incontri nella seducente cornice del Centro storico sono state le note salienti di queste belle serate estive. Il desiderio di incontrarsi, di stare assieme, di condividere  in compagnia un buon bicchiere o il piacere di assaporare un gustoso piatto, era incontenibile. Mai vista tanta bella gente affollare la Piazza, i portici e i pittoreschi dintorni. Gente composta, elegante e garbata, come conscia di partecipare ad  un qualcosa di nuovo e rigenerante, lontanissimo per stile e  animo dalle caotiche e chiassose “notti bianche”. Non solamente la voglia di lasciare alle spalle i dispiaceri della pandemia, anche e soprattutto una nuova consapevolezza: quella di appartenere ad una comunità matura e solidale, capace di compiacersi delle bellezze e del fascino dei luoghi di cui potersi impadronire per fare di Rovato una Città prestigiosa e accogliente.  La “Piazza” si spiega  così ed è la gente a farcelo capire sollecitando una capacità di comprensione e una propensione a guardare in prospettiva, “un poco più in la del nostro naso” come si suole dire. Certamente bisogna capire i problemi, sapere ascoltare,  comportarsi con quella educazione e rispetto che fa la differenza ma infine bisogna agire per non lasciare le cose nella confusione e nella indeterminatezza, quando poi si tratti di ristabilire la legalità. Semplicemente: la Piazza non può essere un parcheggio perché lo ha prescritto la Soprintendenza per i beni ambientali e architettonici. Non siamo dunque nel campo delle opinioni! Le prescrizioni delle “Belle Arti”, alle quali è fatto obbligo di sottostare, sono finalizzate al mantenimento di un ambiente privo di attività e funzioni incompatibili con la storia, la dignità e le caratteristiche artistiche del monumento. Coerentemente i soli usi consentiti sono quelli mercatali, perché la Piazza nasce per questo scopo e culturali in ossequio all’opera artistica del Vantini, capendo bene come la sosta dei veicoli nella Piazza e men che meno i parcheggi siano vietati. Le prerogative della Soprintendenza sono codificate dalla Legge e l’osservanza della legalità è  patrimonio e tutela per tutti i cittadini con l’obbligo, per chi ha responsabilità amministrative, di rispettarla e farla rispettare e per questo nemmeno bisogna possedere particolari strumenti per elaborare un pensiero consapevole. Il resto sono vuote parole, specie se si va per la scorciatoia della polemica per sottrarsi al merito: espediente vecchio come il Cucco che fa un effetto triste. Si dovrebbe poter contare sul senso civico dei cittadini. Senso civico che ai più appartiene ma laddove faccia difetto, il Sindaco deve fare il proprio dovere: mantenere sgombra la Piazza dalle automobili (come peraltro cerca di fare a fasi alterne e con scarso successo), per ristabilire la legalità. Ciò detto è anche tempo di farsi interprete di quella moltitudine trasversale di cittadini che sono sempre meno disposti a vedere la Piazza nell’incuria. Cittadini che auspicano la chiusura della Piazza al traffico, che anziché le automobili vorrebbero le fioriere e che le fioriere le vorrebbero magari anche a salire verso la Chiesa. In un mondo che corre veloce, che si apre al bello, riscoprendo la ricchezza ed il valore dei centri storici, saranno sempre più inspiegabili posizioni di retroguardia. Se non oggi, domani o quando, come l’acqua scorre al mare, succederà ugualmente a Rovato come altrove è già successo, anche in Città vicine. A chi la palma? Coraggio signor Sindaco! Ricambiando la profonda stima, le auguro buon lavoro.  

 Tino Buffoli