Il panorama associativo cittadino si arricchisce di un nuovo sodalizio: Round Table Italia Rovato-Franciacorta. Qualcuno l’avrà già sentito nominare, ad altri suonerà come nuovo; in realtà entrambe le cose sono vere.

A Rovato non era ancora presente anche se, in realtà, ha una storia lunga ed interessante: le origini risalgono al 1926, quando Louis Marchesi, ventisettenne membro del Norwich Rotary Club in Inghilterra, maturò l’idea di dar vita ad un nuovo Club più vicino e meglio rispondente alle idee, ai progetti, alla mentalità di giovani uomini avviati a ricoprire ruoli professionali nella società.

La Round Table è un’associazione che svolge iniziative di carattere filantropico; dedicata a giovani professionisti, dirigenti, imprenditori, uomini d’affari e di cultura, responsabili di diverse attività lavorative. La sua principale finalità è quella di favorirne l’incontro, promuovendone l’amicizia e le intese personali. Tratto caratteristico è l’età dei suoi soci che deve tassativamente essere al di sotto dei 41 anni.

Un’associazione giovane quindi, il cui obiettivo primario è “…fornire aiuto finanziario, beni e servizi, attraverso investimenti, a sostegno di categorie di persone svantaggiate o di attività di interesse generale”, come recitato nella loro presentazione.

Matteo Corsini è l’attuale primo presidente (oltreché fondatore) del club Round Table Rovato Franciacorta che tra pochi giorni, in una serata dedicata, celebrerà ufficialmente la sua nascita.

Classe 1989, rovatese doc, giovane imprenditore del settore produttivo e di installazione di tende e tapparelle.

«Sono nato da una famiglia normale come tante – spiega – ho iniziato a lavorare presto nel settore della ristorazione frequentando anche la scuola alberghiera. Ho lavorato come cuoco fino a 21 anni e poi ho voluto cambiare iniziando la professione di installatore di tende da sole, zanzariere e tapparelle presso l’azienda di mio zio. Col passare del tempo ho poi deciso di aprire una mia attività artigianale».

– Matteo, ha un messaggio particolare da dare ai giovani che si stanno approcciando al mondo del lavoro?

«Sì, quello di inseguire con caparbietà i loro sogni. Sono riuscito a costruire da zero un’attività artigianale con impegno e sacrificio, andando in cantiere ogni giorno; sono sempre stato convinto che senza fatica non si ottenga nulla. Il mio messaggio ai giovani è proprio questo: credete e sappiate sacrificarvi per il vostro sogno…in questo modo tutti possono farcela a realizzare ciò che si ha in mente. Costruite il vostro futuro con impegno, sacrificio e coraggio!

– Cosa differenzia Round Table dai club rotariani?

«In primis la giovane età ed il fatto che le attività di servizio sono svolte dai giovani al di sotto dei 41 anni. Raggiunta tale traguardo si passa al Club 41, gruppo distinto over 40 che lavora a supporto delle attività di Round Table. Nelle associazioni rotariane è il contrario: il gruppo giovanile Rotar-act è a sostegno del gruppo dei più anziani che si occupa delle attività di servizio. È proprio il fatto che le iniziative siano realizzate dai giovani che mi ha fatto avvicinare a questa realtà. Altro elemento importante è che, in termini di progetti e proposte, possiamo muoverci liberamente sul nostro territorio».

– Quando sarà ufficializzata la nascita del gruppo?

«I prossimi 5-6-7 aprile si terrà presso l’hotel Touring di Coccaglio il “Charter RT79 Rovato-Franciacorta”, evento di tre giorni con diverse iniziative in programma ed il cui focus sarà la cerimonia ufficiale di fondazione del club Round Table Rovato-Franciacorta. A Rovato esiste già da tempo il Club 41, ma mancava proprio un gruppo locale Round Table. La sede è presso il ristorante “Le 4 rose” ed attualmente composto da 10 iscritti».

– Avete già realizzato delle iniziative?

«Nonostante non fossimo ancora ufficializzati, abbiamo già messo in campo alcune attività. La prima iniziativa è stata una collaborazione con gli Alpini nel periodo natalizio: con alcuni zampognari ed un asinello siamo andati a piedi presso il centro Don Gnocchi per allietare i degenti ed il personale della struttura; successivamente ci siamo spostati presso la RSA Lucini-Cantù, anche qui per portare allegria ed un saluto agli ospiti.

Altre attività realizzate sono state le “Cene con ospite”: particolari serate, aperte a tutti, in cui sono stati invitati personalità illustri che hanno trattato tematiche importanti. Abbiamo ospitato Michele Torri di “Torri Solare” che ha affrontato il tema della sostenibilità ambientale; Nicola Fornoni artista performer, in carrozzina a seguito di patologie, che usa il proprio corpo per compiere rappresentazioni particolari per far riflettere sulla disabilità facendo comprendere le difficoltà e le sofferenze di chi vive questa situazione. Infine abbiamo avuto come ospite anche l’artista e pittore Giò Manzoni. Queste serate sono aperte a tutti coloro che vogliono approfondire questi argomenti grazie a testimoni diretti».

– Round Table fa quindi del servizio al prossimo il centro della propria azione…

«Crediamo fortemente che il servizio al prossimo vada svolto in primis all’interno della propria comunità locale; questo non significa che siamo insensibili ai problemi di popoli o paesi lontani. Per esempio dal prossimo 26 aprile al 1° maggio sarò, insieme ad altri tre o quattro “tabler”, in Guinea Bissau per aprire il cantiere del primo ospedale Round Table Italia; in tale occasione porteremo anche le prime attrezzature per le terapie intensive».

– Avete già dei progetti “in cantiere” per il prossimo futuro?

«Un progetto embrionale, in fase di definizione, è mettere a disposizione una borsa di studio dedicata alle scuole rovatesi: sarà una borsa particolare perché indirizzata ,non allo studente con la pagella più bella e più meritevole per rendimento, ma destinata a colui che a settembre avrà un progetto interessante da proporre per poter essere realizzato.

Vorremmo inoltre toccare molti temi sociali importanti quali l’associazionismo, la famiglia, il mondo del lavoro e tanti altri.

Siamo convinti che la beneficenza non sia solo una questione monetaria, ma che abbia anche il dovere e la missione di andare ad agire e stimolare i valori morali. Oggi, se l’umanità si vuole salvare, occorre arrivare a cambiare la società per costruirne una nuova che consenta alle persone di convivere civilmente. È necessario che si possa realizzare un sistema sociale sostenibile, con intelligenza, dove la cultura possa avere un posto di rilievo: infatti, solo se l’uomo conosce può divenire consapevole e operare scelte virtuose».

Emanuele Lopez