Come ben sappiamo le restrizioni e le rigide regole imposte dal governo hanno colpito duramente tutti ed in particolar modo la scuola, le attività commerciali, quelle turistiche, quelle sportive e molte altre.

Dalla fine dello scorso mese di maggio le attività sportive al chiuso, ed in particolare le palestre, hanno potuto riaprire consentendo finalmente a tutti di riprendere a praticare il proprio sport preferito. Abbiamo incontrato Roald Caratti (nella foto a destra) istruttore responsabile della R.F.A. (Rovato Fighters Academy), per fare il punto della situazione e poter capire “dall’interno” come è stato vissuto il periodo delle chiusure e poter comprendere anche quale sia stato lo stato d’animo dei ragazzi.

La R.F.A. è un’associazione sportiva di Kickboxing, fondata nel 2012, ha circa una trentina di iscritti di cui i Kid (ragazzi tra i 6 e di 13 anni) sono circa una decina e una ventina tra Cadetti e Senores, con un’età compresa tra i 14 e di 46 anni. 

La R.F.A. ha vinto 5 titoli italiani nel KO e uno dei loro ragazzi ha avuto modo di partecipare qualche anno fa al campionato mondiale di Kickboxing (WAKO).

Dopo un anno e mezzo di pandemia, quasi tutte le attività stanno riaprendo: come associazione sportiva quanto ne avete risentito in termini di chiusure stabilite dai vari decreti?

R – «Come tutto il settore sportivo, la nostra associazione ha dovuto far fronte ad un brusco calo in termini di presenze. 

Non solo gli amatori si son visti obbligati a non poter più partecipare agli allenamenti, ma anche alcuni agonisti, soprattutto tra i cadetti, in via precauzionale hanno deciso di sospendere l’atti-vità sportiva.

Fortunatamente con gli agonisti rimasti, poco più di una dozzina, siamo riusciti comunque a portare avanti quello che è e resterà sempre il nostro obiettivo principale: quello di portare all’ago-nismo puro un numero sempre maggiore di atleti.

Ciò non toglie che, da un numero di sessanta tesserati prima del covid, siamo passati in quel periodo ad una ventina di ragazzi presenti in palestra, anche se tutti agonisti».

Per quanto riguarda gli iscritti avete avuto tanti casi di malati di Covid?

R – «Per quanto riguarda la nostra scuola in particolare, non so se sia stato per le misure adottate o solo per una questione di fortuna, non abbiamo avuto nessun caso di covid riscontrato tra i praticanti. 

Sottolineo inoltre che, avendo molti contatti nel settore, non ho avuto notizie di molti casi di contagio nelle strutture sportive in genere».

Ora, dopo la riapertura ufficiale, come hai trovato i ragazzi?

«Nel periodo delle chiusure, anche se con un numero ridotto di soli agonisti, la nostra attività è sempre continuata nel rispetto delle norme di legge e questo ha sicuramente contribuito a tenere viva la fiamma della passione per il Kickboxing anche per tutti i ragazzi che hanno dovuto forzatamente restare fermi.

Inoltre, il grande affiatamento che si è venuto a creare col tempo nel nostro gruppo è stato in grado di coinvolgere tutti, dagli agonisti più evoluti agli amatori meno esperti. 

Questo sicuramente ha facilitato le cose; di fatto, siamo sempre rimasti tutti in contatto non solo verbalmente, ma organizzando anche sedute di allenamenti on-line per chi non poteva raggiungerci in palestra.

Per quanto riguarda la ripresa, direi che a tutti i ragazzi mancasse non solo l’allenamento in palestra, ma, non senza un pizzico di orgoglio, aggiungo che mancasse soprattutto il gruppo in genere ed i legami di amicizia che si sono venuti a creare nella nostra realtà».

Quali sono i benefici che può avere il Kickboxing da un punto di vista fisico e psicologico su giovani e adulti?

Innanzi tutto, da un punto di vista prettamente atletico, il Kickboxing, rientrando nella tipologia degli sport misti, è in grado di dare benefici a trecentosessanta gradi: in termini di capacità cardiopolmonare, forza, potenza, esplosività, resistenza e mobilità, senza contare poi le abilità coordinative in generale.

Dal punto di vista psicologico, ovviamente come per tutti gli sport, dipende un po’ anche dal livello praticato; la preparazione atletica per una agonista deve essere sempre ai massimi livelli e questo richiede sicuramente una grande tenuta psicofisica, visto comunque la “ruvidità” di questo sport. 

Va inoltre curato l’aspetto alimentare: una dieta corretta è fondamentale per poter garantire, non solo delle prestazioni ai massimi livelli, ma mantenere oppure rientrare nel peso di una categoria per una gara. 

Per ultimo, ma non certo per importanza, direi che l’as-petto psicologico racchiuda almeno un settanta per cento del livello di un combattente: la determinazione e la voglia di mettersi in gioco in uno sport duro sono la base sulla quale un atleta è costruito; una grande determinazione ed al contempo un grande rispetto dell’avversario arricchiscono in generale la qualità di un individuo». 

Infine cosa possiamo dire a chi ritiene questo sport un po’ violento? È vero che lo possono praticare tutti?

«Credo che innanzi tutto la violenza si possa definire tale solamente quando è costituita da un atto che non è consensuale e provoca dolore non solo al corpo ma soprattutto allo spirito.

Chi pratica questo sport, come tutti gli sport da contatto, credo soffra di più nello stare fuori dalla competizione piuttosto che prendere qualche botta partecipandovi.

Per noi il ring è un posto dove si va per dar vita ad una passione ed il rispetto dell’avversario è una prerogativa indissolubile; togliere il ring ad un combattente equivale a togliere lo strumento ad un musicista, una tela al pittore o la penna ad un poeta, non sarebbe forse questa la vera violenza?

Come tutti gli sport, anche il Kickboxing ha vari livelli che si adattano a chiunque; non dimentichiamo che abbiamo delle protezioni molto efficaci per gli allenamenti: caschetti, guantoni maggiormente imbottiti e varie altre precauzioni che rendono questo sport estremamente sicuro. 

La prerogativa delle sessioni di allenamento è quella di non farsi mai del male; in venticinque anni di allenamenti avrò visto si e no, per quanto concerne le nostre lezioni, quattro o cinque infortuni leggeri e tutti senza alcuna conseguenza. Direi che, statisticamente, se le cose sono fatte a dovere, si corrono molti più rischi in una partita di calcetto. La presenza nella nostra palestra di bambini a partire dai 6 anni è la dimostrazione che il Kickboxing è uno sport adatto a tutti».

Anche questo, come molti altri, abbiamo visto essere uno sport completo che genera benessere al fisico, alla mente ed allo spirito; chi volesse avvicinarsi a questo mondo può richiedere informazioni direttamente presso la palestra della scuola media Leonardo da Vinci nelle giornate di allenamento il lunedì, il mercoledì, il venerdì a partire dalle ore 19.00 o contattare direttamente Roald Caratti al 339.457.1535.

Emanuele Lopez