Dunque, con un incontro messo a calendario questo ottobre, anche il Comune di Orzinuovi ha aperto la finestra sul cosiddetto Controllo del Vicinato, una (buona) pratica a cui già molti altri Comuni, anche bresciani, si sono avvicinati.

Vediamo di capire di che si tratta.

Ricordate, una decina d’anni fa, e forse anche di più, si parlava (quasi sempre per criticarle) delle famose (per qualcuno famigerate) ronde. In pratica accadeva che, per cercare di arginare fenomeni di microcriminalità (che poi tanto micro non erano e non sono…), alcune persone si davano appuntamento la sera e/o la notte per fare, appunto, le ronde, cioè per girare qua e là, naturalmente disarmati, così da scoraggiare eventuali malviventi di mettersi all’opera, o, nel caso che questi fossero già all’opera, di segnalare la cosa alle forze dell’ordine, così che queste potessero intervenire in fretta, così da sventare furti, intrusioni e cose del genere.

Il Controllo del Vicinato è una sorta di evoluzione delle vecchie ronde.

Il principio è più o meno lo stesso: un’azione di controllo e prevenzione fatta dagli stessi cittadini.

Sono cambiate le forme, a cominciare dal fatto che non ci sono più le persone che vanno in giro a controllare.

Il Controllo del Vicinato, infatti, è uno strumento di prevenzione della criminalità, che presuppone la partecipazione attiva dei cittadini residenti in una determinata zona e la collaborazione di questi ultimi con le forze dell’ordine.

In pratica, a tutti gli abitanti dell’area interessata è unicamente richiesto di alzare il livello di attenzione attraverso pochi, semplici passaggi: tra questi, il far sapere che gli abitanti della zona sono attenti e consapevoli di ciò che accade intorno a loro.

Gli «attori» del progetto sono: i gruppi di vicinato, i coordinatori dei gruppi e le forze di polizia statali e locali. Precisato questo, vediamo cosa fatto i diversi attori.

Il gruppo di controllo presta attenzione a quello che avviene nella propria area di competenza nella vita quotidiana; collabora con le forze dell’ordine segnalando, tramite un coordinatore, situazioni inusuali e/o comportamenti sospetti; collabora con i vicini attraverso comportamenti di reciproca assistenza; crea un canale di comunicazione per scambiare rapidamente informazioni tra vicini e riversarle al coordinatore del gruppo (es. catena telefonica, whatsapp, sms ecc..).

Importante è anche cosa non deve fare il gruppo, che non deve sostituirsi alle forze di polizia: non interviene attivamente in caso di reato, fatte salve le prerogative che la legge riserva ad ogni cittadino; non fa indagini sugli individui; non scheda le persone; non si intromette nella sfera privata altrui.

Buon controllo a tutti, allora. Perché pare proprio che il sistema… funzioni per davvero.

MTM