La pasticceria Solzi, tra i lati dolci di Orzinuovi, ha ricevuto nel mese di dicembre dal presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, dall’assessore allo sviluppo economico Alessandro Mattinzoli il riconoscimento di “Bottega storica” del paese. Un locale che da quasi un secolo perpetua una tradizione artigianale di alta pasticceria. Non parliamo di un monumento resistito alle intemperie, ma di un luogo vivo, dove dalle 5 del mattino si lavora alacremente da quasi un secolo per sfornare fin dall’alba deliziosi peccati di gola; dove i titolari, ormai alla terza generazione, hanno saputo rinnovarsi senza perdere di vista il legame con la tradizione. Difficile resistere a un pasticcino con la crema o a un colorato macaron. Qui sapienza e conoscenza si coniugano a materie prime di livello e sposano creatività e tradizione. E mai come ora, grazie anche ai programmi tv culinari di grande successo, l’anima zuccherina del food appassiona, non solo nel gusto, ma si concretizza anche in accattivanti vetrine, come nella pasticceria Solzi, dove il culto del buono si sposa con quello del bello dalle forme e geometrie perfette. 

Fondata nel 1927 da Carlo Solzi e dalla moglie Angela Salada, nonni degli attuali titolari Fabio e Maria, ha mantenuto nei decenni la sua sede storica in piazza Vittorio Emanuele.

“Nostro nonno – ci spiegano Fabio e Maria – ebbe quattro figli: Rosanna, che indirizzò agli studi maestra; Naide, che ha chiamato al suo fianco a lavorare in pasticceria, e poi Claudio, che andò a lavorare in banca. Ma il mestiere doveva passare nelle mani del primogenito maschio, così voleva la tradizione che nostro nonno rispettò alla lettera. E questo compito è spettato a nostro padre Giovanni”. 

L’arte una volta si imparava sul campo, non a scuola. Fu così che Giovanni fin dai 10 anni mise le sue mani in pasta tra zucchero, cioccolato mandorle e quanto di più dolce fin da allora la tradizione pasticcera poteva offrire. Poi dal ’68 Giovanni divenne titolare con la moglie Marisa. Anche i suoi figli Maria e Fabio sono partiti dalla gavetta, all’età di 14 anni, per poter acquisire giorno dopo giorno quelle regole e quei segreti professionali custoditi gelosamente nella memoria del padre. E adesso Vittorio, il figlio di Maria, dopo la scuola di “Alta pasticceria” a Brescia, è pronto a dar prova delle sue capacità culinarie. “Il lavoro è cambiato ora rispetto a quello dei nostri nonni – ci riferiscono Maria e Carlo. “Adesso c’è la tecnologia che ci risparmia parte della fatica delle braccia. Abbiamo delle foto in cui si vedono i nonni lavorare in cortile all’aperto. Il forno stava infatti fuori una volta e sfidavano il freddo e le intemperie per sfornare una torta o un pasticcino. Sono stati sacrifici che però ci hanno sempre ricompensato in termini di soddisfazioni”. Così il sindaco Maffoni: “Raccolgo con piacere questo riconoscimento e soprattutto un apprezzamento particolare da parte mia va ai figli che nonostante le difficoltà del settore, mantengono viva la tradizione della pasticceria familiare. Ritengo che le botteghe storiche orceane siano un patrimonio da tutelare, un capitale di relazioni umane, di cultura e tradizioni e nello stesso tempo un presidio importante del territorio. Sono la testimonianza della storia commerciale di Orzinuovi e il nostro compito è di salvaguardarle e tutelarle dalle nuove logiche commerciali che le minac-ciano”. 

Da 90 anni fa ad ora i gusti sono cambiati. Prima si puntava alla semplicità. Ora anche la presentazione e l’aspetto estetico giocano una parte fondamentale: “Il palato è diventato più sopraffino – die Maria Solzi – ma un dolce è rimasto ancora oggi uguale come allora, un peccato a cui non si può rinunciare. Le paste e le torte devono essere buone, ma anche ricercate e belle a vedersi per essere irresistibili”.

Da Solzi c’è un pane dei morti tra i più buoni della Bassa, panettoni artigianali e gourmet, con ricerca continua, esperienza, materie prime di qualità e capacità di rimanere al passo coi tempi senza tradire le proprie radici.

“Credo che la nostra forza sia l’alta qualità della pasticceria, ma anche l’acco-glienza. Al cliente bisogna sempre portare il sorriso e la gentilezza e noi lo facciamo volentieri perché crediamo che un dolce possa in fondo rendere felice una persona. Rendere contento un bimbo alla vista della sua torta di compleanno non ha prezzo e questa è la più grande ricompensa della nostra fatica”.

sp