Sapeva ascoltare.

Ascoltare con misericordia da dietro il confessionale e questa dote particolare che aveva nell’esercitare il ministero sacerdotale lo aveva fatto amare e legato con affetto ai suoi fedeli. 

Sabato 31 ottobre è scomparso don Giovanni Pierani (nella foto) all’età di 95 anni, il prete orceano che sapeva infondere gioia e ottimismo quando parlava con la gente. 

E’ morto nella casa di riposo della sua Orzinuovi, città in cui era tornato ad abitare, circondato dall’affetto dei fratelli e dei nipoti, dopo circa trent’anni di parroco al Divin Redentore nella città di Brescia. 

A celebrare i suoi funerali è stato il vescovo mons. Pierantonio Tremolada.

Don Giovanni Pierani, primo di 4 fratelli, aveva scelto la strada sacerdotale fin dalla sua giovane età e fu ordinato a Brescia nel 1952.

Da quel momento iniziò il suo peregrinare attraverso diverse parrocchie, da Castrezzato a Palazzolo sull’Oglio, fino a Vobarno, per poi approdare a Brescia nel 1969 come delegato vescovile. E fu proprio lui a fondare la parrocchia del Divin Redentore, nel quartiere Pendolina, all’estrema periferia nord ovest di Brescia. 

Una chiesa nata nel seminterrato di una palazzina, un luogo apparentemente poco idoneo alla celebrazioni, ma che don Pierani fece crescere con le sue predicazioni, creando uno spirito di comunità cristiano che pian piano diede vita a una scuola materna, poi a una scuola di canto, finchè il suo lavoro di pastore tra la gente si concretizzò nel suo grande sogno. 

Quello di una chiesa vera e propria, che in occasione del suo XXV di sacerdozio nel 1977 vide la posa della prima pietra. 

Don Pierani in questi anni si fece conoscere e amare dalla comunità per il suo sorriso, la sua bontà, la sua visione ottimistica del mondo. 

Grande appassionato del-l’alta quota, spesso organizzava gite sulle Dolomiti e vi ci portava i suoi parrocchiani, per godere con loro della bellezza e della pace del creato. 

E quando se ne andò in pensione a 75 anni, nel 2000, per raggiunti limiti di età, lasciò un grande vuoto nella comunità della Pendolina. 

Molti suoi fedeli non riuscirono ad accomiatarsi da lui e regolarmente, quando sentivano il bisogno di confessarsi, salivano in macchina e macinavano un po’ di chilometri per venire in chiesa ad Orzinuovi a parlare con il loro don Giovanni.

Allo stesso modo iniziarono a fare molti orceani che fino a due anni fa, quando ancora riusciva a varcare la soglia del confessionale in chiesa, lo cercavano per la sua innata predisposizione a trasmettere gioia e serenità e per la sua capacità di pronunciare le parole che sapevano far riflettere e consolare al momento giusto. Queste parole poi a Orzi le portò anche tra i malati dell’Hospice quotidianamente e alla casa di riposo. Qui per quasi 20 anni ha lavorato a fianco dei parroci e dei sacerdoti del paese, ultimo don Domenico Amidani, che ce lo ha descritto come un sacerdote molto amato e preparato. 

Per questo mancherà molto don Giovanni. 

A tutta la comunità. 

Silvia Pasolini