Come per caso, ormai un anno fa, iniziava per tutti noi il terribile incubo della pandemia, così, in maniera altrettanto inaspettata, quello che doveva essere un semplice lavoro di sostituzione della canna fumaria di un caminetto è divenuto occasione per creare qualcosa di unico.
Un volto, tacito ed assorto, si staglia su una parete che porta in sé le cicatrici di un passato di fatiche, di sacrifici e di tradizione.
Mattoni di un rosso cupo, in cui si intravede anche qualche sprazzo di calce, imbruniti da decenni di nebbie, piogge e soli del-l’inconfondibile clima della Pianura Padana.
A realizzare quest’opera è stato Davide Boscolo (nella foto) imbianchino trentottenne, che vive a pochi passi da quella cascina San Giorgio che, nel giro di pochi giorni, ha reso la tela dove esprimere tutto il suo estro d’artista. Cremezzano, frazione di San Paolo, fa da sfondo a questa suggestiva opera che lo stesso Boscolo ha battezzato il Volto della Speranza, appellativo volutamente “laico” per mostrare l’universalità del messaggio che vuole esprimere, senza che si leghi necessariamente ad una particolare esperienza religiosa.
Le fattezze ricordano in modo inconfondibile quelle della Madonna, specie quando ritratta in occasioni di dolore e compianto, come nel momento successivo alla morte di Cristo, ma, come ha spiegato egregiamente l’artista, qui il sentimento di sofferenza unanime e a cui noi tutti abbiamo parte è frutto dalla tremenda esperienza che le nostre comunità stanno ancora vivendo
“Non saprei nemmeno io spiegare da dove sia nata l’ispirazione per questa opera: ho visto quel nudo lembo d’intonaco e subito in me è balenata l’idea di inserirvi un volto – ha raccontato Boscolo – Il mio principale obbiettivo era dare conforto e speranza durante questo periodo così complicato, che per molti è significato la perdita di persone care.
Anche mia suocera, proprio a causa del Coronavirus, ha combattuto una durissima battaglia, ancora non del tutto vinta.
È stato così, sperimentando sulla propria pelle l’incertezza, la paura e l’apprensione per il futuro, che tutto ciò mi ha spinto a donare alla mia comunità questo segno di fiducia per un domani del tutto diverso da cosa stiamo vivendo ormai da un anno a questa parte”.
Un contrasto, quello tra il dolore del presente e l’aspettativa di ciò che sarà, che si esprime con una forza dirompente approcciandosi direttamente all’opera, pallida e maestosa, circondata da un muro che è emblema tangibile di decadenza, fatica ed abbandono.
Uno scontro tra la volontà di resistere e quella di soccombere, tra la bellezza del rinascere e il buio del-l’abbandonarsi.
Intuizione davvero encomiabile quella di Boscolo, artista per passione, formatosi alternando studio e lavoro con quell’incon-fondibile spirito che caratterizza tanti giovani della Bassa e capace di unire tenacia, intraprendenza e amore per il proprio territorio.
“Tengo particolarmente a ringraziare – ha concluso Boscolo – i miei colleghi Raffaele e Michael per l’aiuto che mi hanno dato e la famiglia Maccagnola, ed in particolare Lidia, Attilio e Francesco per la loro disponibilità”.
Complimenti dunque a Davide, nella speranza che il messaggio della sua arte possa giungere al più presto in ogni dove.
Leonardo Binda