Un uomo che aveva preso a cuore, da sempre, la sua missione di sacerdote e di pastore di anime: così è rimasto impresso in tutti coloro che hanno avuto modo di incontrarlo durante i suoi cinquantasette anni di sacerdozio Don Giuseppe Verzeletti (nella foto) originario di Rovato e che per molti anni ha servito come parroco presso la comunità di Roccafranca. 

Sorridente, vicino specialmente a coloro che con lui condividevano la formazione dei giovani nel contesto dell’iniziazione cristiana, Don Giuseppe, che ci ha lasciati lo scorso luglio, è stato per molti l’esempio concreto del vero sacerdote: amichevole, sempre disponibile e soprattutto con una parola di conforto e di incoraggiamento per chiunque ne avesse bisogno. Don Giuseppe Verzeletti, nato nel 1935, era stato infatti ordinato nel 1963 e dopo aver servito come curato presso le parrocchie di Barbariga e Bedizzole, iniziò la sua missione da parroco proprio a Sant’An-drea di Rovato, proseguendo ad Isorella ed infine Roccafranca, dove è rimasto per ben ventidue anni, fino al 2013, quando si è infine stabilito a Chiari. 

Un ricordo particolarmente ricco di significato è quello di suor Margherita Bara, da sempre vicina, come amica e collaboratrice, alla figura del sacerdote. “Di Don Giuseppe ho moltissimi ricordi, avendo avuto modo di lavorare spesso con lui mentre svolgeva l’attività di parroco proprio qui, a Sant’Andrea, dove è rimasto per ben dodici anni – ha raccontato suor Margherita – Ricordo ancora bene le lunghe serate passate con il gruppo di formazione dei nostro catechisti, quando ci intrattenevamo in lunghe e amichevoli discussioni, nonché la sua attenzione, sempre vivace, verso i bisogni della comunità. Spesso passava di qui, dal nostro asilo, per vedere se avessi bisogno di qualcosa: la vita educativa e la crescita dei giovani è sempre stata una delle sue grandi missioni”. Un ricordo toccante, ricco di vivida emozione. “Lui era il nostro pastore, essendo il nostro parroco, ma era anche un grande amico, sempre pronto a spendersi per il prossimo. Essendo entrambi nati proprio a Rovato, serbo ancora dei bellissimi ricordi della sua giovinezza, quando è stato ordinato sacerdote e quando, poi, con grande sorpresa, è tornato qui tra i suoi concittadini – ha continuato – Non potrò mai dimenticare i bei giorni passati insieme a tanti amici durante le gite estive in montagna, sulle Dolomiti, e la sua costante vicinanza ai sacerdoti più anziani, che in Don Giuseppe potevano trovare un supporto certo e saldo che con la sua unica delicatezza era in grado di rallegrare la giornata a chiunque incon-trasse”. Un esempio, quello di Don Giuseppe, tanto prezioso da continuare a vivere, con forza, nel cuore di tutti coloro che lo hanno amato e che ancora oggi lo ricordano con molto affetto. 

L. Binda