Proviamo a pensarci: da quante attività quotidiane è interessato l’uso delle articolazioni della nostra bocca? Esse entrano in funzione quando sbadigliamo la mattina, dopo esserci svegliati, quando ci mettiamo a tavola per fare colazione, quando ci incontriamo per fare due chiacchiere con i nostri colleghi, quando facciamo un aperitivo con gli amici e quando, prima di dormire, ci laviamo accuratamente i denti. Insomma, in ogni momento della nostra vita, che abbia a che fare con il mangiare, parlare o prenderci cura delle sue “pertinenze”, la bocca e, più nello specifico, le articolazioni che ne consentono il movimento si trovano in costante attività.

Ciò può portare con sé tutta una serie di conseguenze che, sul lungo termine, possono inficiarne il corretto funzionamento. Per fare chiarezza sul punto ci siamo confrontati con il dott. Sebastiano Lentini, medico chirurgo specializzato in Gnatologia e Roncopatia, parte dell’equipe medico-sanitaria in forza al poliambulatorio Alma Medical Center.

Dott. Lentini, quali sono i disturbi più frequenti che possono interessare le articolazioni della bocca?

Ci sono alcune situazioni che possono frequentarsi assai spesso. Data la loro varietà e ampia differenziazione, può accadere che, talvolta, vengano considerate segnali di poco conto ma, volendo ben vedere, non c’è nulla di più deleterio che non prestare attenzione a segnali così evidenti.

Tra i più frequenti disturbi, possiamo ricordare: difficoltà nell’atto dell’apertura o della chiusura della bocca; rumore in corrispondenza dell’orecchio durante la masticazione, ossia, per capirci, il classico “clic” che, talvolta, si può scambiare in nulla più che per una buffa situazione; dolori all’altezza dello stesso orecchio, piuttosto che al viso o al collo; cefalee; bruxismo, ossia il digrignamento dei denti, tanto notturno quanto diurno; il serramento improvviso dei denti; vertigini; fischi o ronzii alle orecchie.

Insomma, si tratta di una sintomatologia piuttosto complessa. Può andare incontro anche a delle complicazioni?

Certamente. Se trascurati, questi segnali possono tramutarsi ben presto in una riduzione assai notevole dei movimenti masticatori o nell’insorgenza di dolore cronico, incapace di essere “quietato” anche dai consueti antidolorifici.

Esiste, dunque, una cura per questo genere di disturbi, capace, in particolar modo, di eradicarne le cause?

Sì, la gnatologia, uno dei campi nel quale mi sono specializzato nel corso della mia carriera medica.

E come si può procedere in tal senso?

Una volta escluso che si tratti di patologie di competenza otorino-laringoiatrica, dopo un accurato esame clinico e, talvolta, anche strumentale – mediante l’utilizzo dei tipici strumenti di diagnostica “per immagini”, come radiografie, TAC e risonanza magnetica – ha inizio la terapia, la quale consiste primariamente nell’applicazione di un bite, una placca occlusale che si colloca tra l’arcata dentale superiore e quella inferiore, nel ricondizionamento della muscolatura facciale e nella correzione di eventuali abitudini posturali scorrette che, a differenza di quanto si possa pensare, possono influire significativamente rispetto all’insorgenza di simili disturbi. Talvolta è possibile che a queste soluzioni si accompagni anche la prescrizione di una terapia farmacologia finalizzata a “decontratturare” le articolazioni della bocca – tali, dunque, da aiutare a rilassare i muscoli facciali e del collo – nonché di integratori vitaminici.

Per maggiori informazioni e per prenotare subito la propria visita specialistica, il poliambulatorio Alma Medical Center vi aspetta presso il RoccaCenter di Roccafranca in via Milano, n.7.
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Leonardo Binda