Negli ultimi anni si è spesso parlato (e spesso anche litigato) di mense scolastiche. Il problema è sempre lo stesso: è giusto che alla mensa vadano solo i figli dei genitori che pagano la retta o, al contrario, questo servizio deve essere gratuito, e comunque aperto a tutti?

Ancora: nel caso i locali destinati alla mensa non siamo sufficienti ad accogliere tutti quanti ne fanno richiesta, che si fa? Si lascia a casa qualcuno? Se sì, con quali criteri si scelgono i bambini da escludere? E in ogni caso: è giusto lasciare a casa qualcuno?

In merito alla prima questione (mensa a tutti o solo a chi paga), si sono percorse strade diverse.

Nel Comune di Rozzano, ad esempio, s’è optato per la mensa gratuita per tutti gli alunni. Una rivoluzione voluta dal sindaco Gianni Ferretti, alla guida della nuova amministrazione di centrodestra. Che ha avuto modo di spiegare: «E’ una scelta che vede questa amministrazione protagonista nel sancire concretamente il principio costituzionale della gratuità dell’istruzione pubblica, convinti che il sostegno all’istruzione scolastica sia una priorità. 

Consideriamo la refezione scolastica parte integrante di un percorso educativo e lo consideriamo un diritto costituzionale».

Altri, invece, avevano fatto una scelta diametralmente opposta: «Dal 7 gennaio – era stato scritto a suo tempo sul web del Comune milanese di Corsico -, le famiglie che non avranno provveduto a saldare il debito accumulato per i servizi a domanda individuale (in particolare per la refezione scolastica, gli asili e le materne) non potranno più usufruirne».

Scelta, questa, che hanno fatto pure alcuni Comuni della Bassa, che, dopo anni di non pagamento delle rette da parte di alcuni genitori, s’erano trovati vere e proprie voragini (buchi di circa 200.000 euro…). In merito alla seconda questione (locali destinati alla mensa non sufficienti ad accogliere tutti quanti ne fanno richiesta) alcuni Comuni hanno scelto la strada dei due turni.

Tra questi Cizzago, dove, a fronte di una struttura capace di accogliere poco meno di 90 bambini, per l’anno scolastico 2019-2020 sono arrivate 140 richieste. Non volendo escludere nessuno, il sindaco Alida Portiere ha pensato a due turni da circa 70 alunni.

In pratica: prima vanno in mensa una settantina di alunni, poi gli altri. Una scelta condivisibile, fatta anche in altri Comuni della Bassa.

MTM