Ora che si è smorzata l’eco del battage per l’inaugurazione del murale Pag, realizzato da Vera Bugatti sulla parete della palestra dell’Istituto per iniziativa della Pro Loco, al di là dell’indubbio impatto e delle rilevanti qualità artistiche dell’opera, salta all’occhio che, per le sue grandiose dimensioni, essa è destinata a diventare per il “Don Milani” un biglietto da visita e, nel tempo, una sorta di suo marchio distintivo, un po’ come accadde anni fa per l’Elefantedi Bombardieri.Non sta a me soffermarmi sulle emozioni e i sentimenti che susciterà nelle migliaia di cittadini – allievi, insegnanti, genitori, personale scolastico –  che varcandone la soglia lo incontreranno ogni mattina.Secondo me, pur pregevole, il murale non rispecchia l’identità della nostra scuola che, in trent’anni di quotidiana presenza fra le sue mura, credo di avere in minima parte contribuito a creare.Si è da più parti scritto che con i rappresentanti degli studenti l’artista aveva concordato di sviluppare i temi della pace, della solidarietà e dei diritti umani. Lascio valutare a chi lo vede quanto ciò sia evidente nelle immagini ed efficace nella comunicazione. Io vi rilevo la presenza di un linguaggio espressivo di generica protesta nei confronti delle disuguaglianze e delle guerre, non la proposta dei valori della pace, della cultura e della nonviolenza, fondativi per una comunità educante che porta questo nome e oggi più che mai necessari per attraversare senza ulteriori danni il delicato passaggio epocale.L’impronta neomanierista e i colori un po’ cupi sono poi forse poco adatti a dare il quotidiano benvenuto ai giovani che rendono viva, vivace e vitale la nostra scuola.Non arrivo a pensare, come qualche collega ha fatto, che la raffigurazione nel pannello centrale possa richiamare rinascimentali Madonne con Bambino magari care all’artista ma poco attinenti alla laicità di una scuola frequentata da alunni di almeno una dozzina di religioni differenti e tutte rispettabili. Tuttavia non posso non ricordare che, nella millenaria tradizione artistica di edifici con i muri dipinti, le tematiche rappresentate sono coerenti con il contesto spaziotemporale e con le funzioni dell’edificio medesimo.Terminato il murale, il dibattito sulla sua fruibilità è destinato a continuare. I nostri giovani sapranno certamente risemantizzarlo in forme e modi che io nemmeno immagino. Ma gioirò ripensando alle parole del priore di Barbiana: “La scuola deve tendere tutto nell’attesa di quel giorno glorioso in cui lo scolaro migliore le dice: ‹Povera vecchia, non ti intendi più di nulla› e la scuola risponde con la rinuncia a conoscere i segreti del suo figliolo, felice solo che il suo figliolo sia vivo e ribelle”.  Flavio Marcolini