La televisione odierna, con i ritmi sempre più vorticosi che si è imposta e pressoché senza più distinzione tra reti pubbliche e commerciali, ha spazzato via intere icone di un tempo: programmi, ruoli, intermezzi che avevano segnato più o meno lungamente un tratto della comunicazione tramite il tubo catodico. I meno giovani ricorderanno il noto “Intervallo”, il “vuoto” tra una trasmissione e l’altro che veniva riempito di fermi immagine inizialmente con le famose pecorelle che brucavano in un campo poi, evidentemente consapevoli in Rai che servisse “muovere” l’attenzione, con scorci di città e soprattutto di borghi italiani, una carrellata che tra gli anni Settanta e Ottanta, in varie versioni, consentiva di “rilassarsi” prima della ripresa di tg, quiz o film, e, perché no, permetteva altresì di cogliere le tante bellezze dello Stivale. Decine e decine le realtà che dal Nord al Sud si potevano osservare una via l’altra e in forma casuale, pochi secondi sufficienti per fissare piccole e grandi meraviglie: tra queste non mancò Montichiari e se ciò è stato possibile il merito va ascritto a Virgilio “Nanni” Tisi, ai tempi responsabile della biblioteca comunale e in seguito storico e ricercatore di grande meticolosità. Fu lui infatti a scrivere nel 1985 direttamente alla Struttura di Pianificazione di viale Mazzini a Roma, sede del colosso pubblico televisivo. Dopo il via libera ottenuto dal sindaco del tempo Giliolo Badilini, si era così messo in moto l’iter che avrebbe portato in breve tempo il paese dei sei colli a diventare uno dei borghi scelti per la trasmissione. 11 le immagini, tutte 18×24 realizzate da Basilio Rodella, che Tisi aveva provveduto a spedire in Rai insieme alla lettera ufficiale di richiesta e raffiguranti la Pieve di S. Pancrazio, il Duomo di S. Maria Assunta, il Castello Bonoris e alcune panoramiche. “Non era scontato che l’azienda accogliesse la mia proposta – confessa – ma ero deciso a raggiungere l’obiettivo: e così è stato. Fu piacevole accendere il televisore e trovare il mio paese rappresentato nell’Intervallo e su tutti e tre i canali Rai”. Milioni di telespettatori, a orari casuali durante la giornata, potevano dunque vedere sul teleschermo il bianco profilo della chiesa romanica o il turrito maniero, ai tempi ancora di proprietà privata, o ancora l’imponente mole della Basilica Minore del Soratini anziché magari un bello scorcio tra campagna e collina: un tempo che appare oggi così lontano e, almeno per ciò che concerne questo intermezzo tv caro alla memoria di molti, sparito per sempre.

Federico Migliorati