Quante volte ci è capitato di venire a conoscenza, dai giornali o dai servizi in TV, dell’esistenza di persone che, per i più svariati motivi, arrivano ad accumulare talmente tanti debiti, spesso nati proprio per saldarne di precedenti, da rimanerne sommersi. Si tratta di una situazione che potrebbe apparirci lontana ma che, in verità, è più frequente di quanto sembri, come tristemente ci è noto da casi che arrivano a sfociare in vere e proprie tragedie.

Ma quando, tecnicamente, ci si trova in “sovraindebitamento”? Quando, non riuscendo a far fronte alle spese quotidiane e le entrate iniziano drammaticamente a calare, dovendo, necessariamente, magari a fronte di debiti già contratti, dover chiedere in prestito altro denaro per poter semplicemente garantirsi una vita dignitosa. E se non si riesce più a pagare? I creditori, esercitando un loro diritto, verranno a chiedere quanto gli spetta, dapprima, solitamente, con dei semplici solleciti, per poi passare a degli strumenti più incisivi, come la segnalazione dei debiti non saldati alla Centrale Rischi o simili istituti, facendo sì che non ti sia più possibile accedere a conti correnti, carte di credito o ulteriori finanziamenti. Alla peggio, si apre, poi, il difficile capitolo dei pignoramenti di beni: conti bancari, immobili, stipendi, automezzi e chi più ne ha, più ne metta.

Cosa fare, dunque, in questa situazione? Ciò che più sconsigliamo sono alcune mosse che rischiano di metterti ancor più nei guai, come tentate di ottenere un saldo e stralcio per ogni debito, cadere nella trappola dell’usura oppure attivare la cessione del quinto dello stipendio. Una speranza può garantirla, invece, quanto disposto dalla legge 3/2012, la quale ha definito degli strumenti che permettono, nell’arco di alcuni mesi, di ridurre l’entità del proprio debito, pensati proprio per persone e soggetti non fallibili.

La legge, infatti, prevede tra soluzioni: l’accordo di composizione della crisi e ristrutturazione del debito, il cosiddetto “piano del consumatore” e la liquidazione del patrimonio tramite il “Gestore della crisi”. Il vero vantaggio di tutto ciò sta, però, nel fatto che la norma prevede che il creditore che abbia sempre agito con impegno e correttezza potrà “ripartire da capo” senza segnalazioni, iscrizioni pregiudizievoli o altro che possa negare un nuovo accesso al credito.

Per riuscire a muoversi in questo difficile contesto, è sempre possibile affidarsi ad uno studio come Affare Casa, impegnato, dalla sua fondazione, ad aiutare coloro che si trovano in questa difficile situazione.

Per maggiori informazioni e per garantirsi un utile supporto per mettere finalmente in sesto la propria situazione creditizia, Affare Casa riceve a Montichiari in via Brescia, n. 1.
Tel. 327 555 9553

Studio Affare Casa