Giovedì 23 febbraio alle ore 9 (e in replica venerdì 24 alle 10)  in Istituto l’attrice Sandra Cavallini ha presentato il suo “Rapporto sulla banalità del male”, tratto dal celebre saggio scritto dalla filosofa Hannah Arendt nel 1963. Riadattato per le scene dalla stessa Cavallini con Paola Bigatto, l’opera porta in scena l’amara e lucida riflessione della Arendt a partire dalle vicende storico-politiche legate allo sterminio degli ebrei nella seconda guerra mondiale e dal processo al criminale nazista Adolf Eichmann a Gerusalemme.

Il senso politico e sociale dell’adattamento teatrale è costituito sia dai contenuti storici e filosofici a cui si fa riferimento (gli stadi del criminale piano nazista, la progressiva scansione delle leggi razziali, l’insorgere del conflitto, il processo), sia dalla consapevolezza che la capacità di giudizio che ci distoglie dal commettere il male non deriva da una particolare cultura ma dalla capacità di pensare. Dove questa capacità è assente, là si trova la banalità del male, frutto di quella mancanza di idee che lo aveva predisposto a diventare uno dei maggiori criminali del suo tempo.