A Montichiari, precisamente a Vighizzolo, ha sede e lavora il gruppo Grimm, acronimo che sta per Gruppo di Impegno Missionario, Cantieri di Solidarietà.

Una realtà nata nel 1985 dalla geniale intuizione, ma anche dall’impegno, di un sacerdote bresciano: don Serafino Ronchi (1937 – 2005) con l’obiettivo di attivare una forma di volontariato in linea con i principi dello scambio e della condivisione gratuiti, del volontariato e del-l’impegno missionari.

«La novità della proposta di don Serafino – si legge nella pagina web del gruppo0 – stava nell’offrire ad un sempre più ampio ed allargato numero di persone, di entrambi i sessi, la possibilità di vivere un’esperienza formativa e significativa in terra di missione, principalmente l’Africa e l’America Latina, impegnandosi nel lavoro manuale sia nel cantiere sia nei locali d’accoglienza dei volontari». Don Serafino se n’è andato nel 2005, 15 anni fa.

Il seme che ha gettato, però, non è certo morto; anzi, è un continuo crescendo di idee e impegno. Merito dei volontari, ovviamente, che, esattamente nello spirito del fondatore, ci mettono anima, tempo e passione.

I quali volontari, però, possono lavorare anche perché hanno a disposizione un edificio ad hoc, che, dopo aver ospitato la scuola materna, anni fa era stato acquistato dal sodalizio, che poi l’aveva sistemato per la bisogna.

Don Serafino, dicevamo, se ne è andato 17 anni fa.

Essendo nato nel 1937, quest’anno avrebbe compiuto 83 anni.

Per ricordarlo, giovedì 20 agosto, nella sede del gruppo, a Vighizzolo, i «suoi» volontari hanno organizzato una celebrazione eucaristica, alla quale, naturalmente nel rispetto del distanziamento sociale e con le mascherine addosso, hanno partecipato molti cittadini.

Il miglior modo possibile per testimoniare l’impegno di colui che, più di trent’anni fa, ha dato origine a questa bella avventura (e naturalmente anche per ringraziare don Serafino per tutto quello che ha fatto e di certo continua a fare da Lassù).

Come ebbe modo di dire il Cardinal Giovan Battista Re qualche anno fa, don Serafino «ha cercato il bene per gli altri, suscitando la collaborazione delle altre persone». Lui «non era sognatore di cose impossibili, ma sacerdote concreto con una visione ispirata che gli dava la sicurezza delle cose possibili, promuovendo quell’impegno corale con cui, in un grande sentimento di solidarietà, ognuno ha sperimentato il riconoscere Dio come Padre e gli altri come fratelli».

La celebrazione eucaristica del 20 agosto, però è risultata essere il miglior modo possibile anche per ringraziare tutti quei volontari che, nel solco tracciato da don Serafino, fanno un sacco di bene.

MTM