Chi ha ragione? Alcuni cittadini, che hanno da ridire sulla larghezza della strada, o l’amministrazione comunale, secondo la quale tutto è a posto?

Comunque sia, resta il fatto che, qualche settimana fa, con tanto di trattori e «cartelloni» messi nel vicino campo a far da coreografia, un gruppo di cittadini sono scesi in strada. Precisamente sulla strada che da Montichiari porta a Vighizzolo: su qual tratto di asfalto, per intenderci, a fianco del quale è stata realizzata (non è ancora finita, ma quasi…) una pista ciclabile che collega il capoluogo con la succitata frazione.

Queste le motivazioni della protesta. «Precisiamo – hanno detto i cittadini – che non abbiamo nulla contro la pista ciclabile, che, anzi, è cosa buona e giusta. Abbiamo invece molto da dire sul fatto che la strada è troppo stretta: solo sei metri e mezzo. Col risultato che, se si incrociano due mezzi pesanti (due mezzi agricoli, o due pullman, due camion, o un camion e un mezzo agricolo) non ci passano».

Secondo i cittadini, la loro obiezione è ancora più giustificata se si considera che «di spazio ce n’era e ce n’è a sufficienza. Bastava (basta: perché si può intervenire ancora…) spostare di mezzo metro la pista ciclabile, per avere una strada più larga, quindi adatta ad assorbire il traffico».

Ovvie le domande: «Perché non è stato fatto? Ma anche: perché non lo si fa ora che l’intervento non è ancora finito? Non è il caso di rimediare a un errore visto che siamo ancora in tempo?».

Di tutt’altro parere l’amministrazione comunale, intervenuta per bocca dell’assessore Beatrice Morandi. La quale precisa innanzitutto che «stiamo parlando di un’opera sul tappeto da tanti anni. Tutti ne parlavano; noi l’abbiamo fatta».

Precisato questo, l’assessore spiega che «l’intervento è tassello di un progetto generale, che ha portato al declassamento della strada che collega Montichiari a Vighizzolo, “ridimensionata” da provinciale a urbana locale. Per chi non lo sapesse, ricordo che le strade urbani locali possono avere una larghezza massima di 3.25 metri per corsia: cioè la misura della nostra».

Secondo l’amministrazione, però, più che agli aspetti tecnici bisogna guardare alla sicurezza. «E’ il caso di ricordare – dice poi Beatrice Morandi – che le strade urbane locali hanno una velocità massima di 50 chilometri orari: 20 in meno della provinciali. Questo significa che le auto transiteranno a velocità ridotta rispetto a prima. Insomma, e tanto per essere chiari: abbiamo scelto di non allargare troppo le corsie perché è risaputo che, se le strade sono molto grandi, gli automobilisti tendono a non rispettare i limiti. Le corsie a 3.25 metri consentono la circolazione, ma incentivano la velocità…». MTM