Anche Montichiari è stata protagonista dell’edizione 2022 di Librixia, il Festival Letterario organizzato da Confartigianato Imprese Brescia e Lombardia Orientale che porta in scena ogni anno autori e personaggi del mondo della Letteratura, grazie alla presentazione, tenutasi venerdì 30 settembre, di “Guerra Fredda, ricostruzione dell’ultimo decennio” di Luigi Sepe. L’autore, 52enne poliziotto in forza al Commissariato di Desenzano del Garda, napoletano d’origine e monteclarense d’adozione, già dirigente sindacale della Polizia di Stato fino al 2014 e laureato in Scienze Politiche e in Comunicazione Internazionale, ha conversato con il giornalista e concittadino Federico Migliorati, le cui domande hanno permesso alla platea del pubblico presente di meglio comprendere il suo ampio testo, recentemente uscito per i tipi di Gaspari Editore con l’illustre prefazione di Gianni Oliva. In “Guerra Fredda”, Sepe ricostruisce l’ultimo decennio dell’equilibrio del terrore tra le due superpotenze: Stati Uniti e Unione Sovietica e struttura l’analisi dei fatti come una ricerca approfondita sulle relazioni USA-URSS in una prospettiva storico-politica globale, non solo come una complessa contrapposizione ma come un processo interattivo tra i due Paesi. Ne emerge un lavoro – come ha ammesso lo stesso scrittore – abbastanza arduo in quanto l’interpretazione della politica estera statunitense risulta molto variabile e costellata da differenze di visioni dovute alla ricchezza delle fonti documentali a disposizione, problematica che ha comportato una decodifica non sempre facilissima degli eventi esaminati. «Tutto nasce –spiega Sepe – dalla desecretazione di documenti del National Security Archive della George Washington University, un’organizzazione no-profit che raccoglie, pubblica e divulga i documenti provenienti sia dagli archivi statunitensi, inclusi quelli della CIA, sia quelli dell’Est Europa, grazie ad una legge definita con l’acronimo FOIA, ovvero, Freedom Of International Act che regolamenta l’accesso pubblico alle fonti governative ancora coperte da segreto. Il rapporto con tali fonti è stato di grande ispirazione in quanto ha scatenato in me un’enorme curiosità tanto da condurmi ad approfondire e ampliare il campo della ricerca di questo periodo storico». Dalla ricerca, lettura e analisi dei documenti, il poliziotto monteclarense è giunto ad una conclusione che si discosta da quella in voga fino ad ora nella storiografia: «La Guerra Fredda – spiega lo scrittore – che ha rappresentato un periodo segnato più da un antagonismo politico-ideologico che militare, termina quando l’una potenza non considera più l’altra come un nemico. Per questo a mio giudizio la sua conclusione, la farei risalire al summit di Malta del dicembre 1989 con l’incontro tra il presidente americano George Bush e il leader sovietico Mikhail Gorbaĉëv».
Marzia Borzi