È stato un intervento conciso ma molto chiaro e fermo quello portato giovedì 1° giugno, nella gremitissima Sala Scalvini del Centro Fiera, dal ricercatore Massimiliano Fazzini, responsabile del team “Rischio climatico della Società Italiana di Geologia Ambientale” in occasione della prima assemblea pubblica informativa dei Sindaci ricorrenti e contrari alla scelta imposta sulla costruzione del depuratore Gavardo Montichiari per il trattamento del reflui del Garda. Un intervento che ha ben chiarito quelli che potrebbero essere i rischi sanitari e ambientali se i reflui depurati del Garda defluissero in un corso d’acqua che per la maggioranza dei mesi versa ormai sotto il livello minimo vitale. Un intervento che ha aperto anche una questione ecologico sanitaria sul “Progetto Depuratore” e che ha prospettato la possibilità di scenari veramente critici per il fiume e tutti coloro che vivono sulle sue sponde. «Il Chiese non è il fiume adatto per diluire le acque trattate dal depuratore – ha dichiarato lo studioso – Il problema di base è che quando un fiume è per l’80 – 85% sotto il deflusso minimo vitale anche per motivi di natura socio politica, visto che dal lago d’Idro non vengono fatte scorrere le acque verso il medio basso bacino del Chiese, è chiaro che la sua portata è relativa e nemmeno i temporali riescono ad aumentarla. Quindi c’è troppa poca acqua. Io ho invitato anche il ministro Gilberto Picchetto Fratin a venire a vedere quale sia la condizione sia del Chiese che del Mincio e fare poi un paragone. Mi ha risposto che, abitando a Biella, vede le condizioni del Sesia, fiume ben più importante del Chiese anche per il suo regime alpino che dovrebbe avere i suoi massimi in giugno e luglio, perché porta a valle le acque del Monte Rosa, ormai invece ridotto anche lui ad un rigagnolo. Il Chiese non porta acqua e se io butto dentro quella del collettore, seppur depurata, le parti di fosforo diventano un problema impossibile da gestire e che in pochissimo tempo porterebbero un ulteriore degrado dell’ecosistema. Se il Chiese, invece, portasse 50 mc al secondo, per assurdo, si potrebbe fare un discorso ma portando 9/10 mc al secondo è chiaro che non sia possibile diluire i prodotti della depurazione. Noi dobbiamo salvaguardare gli ecosistemi e gli ecosistemi non si salvaguardano solo quando si dice “No” alla costruzione di un’opera. In questo caso, nessuno dice “No” alla grande opera ma questa si vuole fatta nel maggior rispetto possibile dell’ambiente»
Marzia Borzi