Ma, a Brescia, tutto è un affare?

Anche da noi l’ambiente riesce a diventare soprattutto un affare danaroso e spregiudicato? 

Come si è potuti arrivare a questo ultimo schiaffo del depuratore sul nostro territorio? 

Per completare poi il quadro istituzionale, questo Prefetto, mandato a fare il “lavoro sporco”. 

Questo Prefetto che non si preoccupa nemmeno di salvare le apparenze istituzionali e che sembra farsi forza, come fosse il metodo di comunicazione più efficace, dell’arroganza e dell’ann-chilimento delle altre istituzioni. Lo sa, il Prefetto,  che noi siamo la nostra terra? Lo sa che la voce di comitati e associazioni composte da persone che vivono su questo territorio, conta in termini di decisioni più della  volontà degli enti che devono decidere sul futuro del nostro ambiente?  

Lo sa che la Provincia, che si è fatta portavoce dei nostri territori, ha condotto  per mesi un paziente, instancabile e difficilissimo lavoro di mediazione per cercare una soluzione, anche se “timida”, ad un progetto che fin dall’inizio è apparso solo una grandissima questione di denaro?

Quanto successo infatti, è ormai emerso con chiarezza.

1.  I fautori della soluzione Gavardo–Montichiari si sono inventati un pericolo apocalittico ed hanno cominciato ad ipotizzarlo in anticipo, da buone Cassandre. “La condotta sub-lacuale è una bomba ecologica!” hanno tuonato i giornali ed i media. Sappiamo oggi che non è così e che lo stato delle concrezioni impone “solo” la sostituzione di qualche tratto della tubatura fognaria sommersa.

2. Dopo avere allarmato l’opinione pubblica ed avere “apparecchiato” l’ur-genza, si è, altrettanto solennemente, proclamato che era stata trovata la soluzione: l’On. Gelmini da Roma ha “portato a casa” (come si dice volgarmente da noi) 200 milioni di Euro per fare un depuratore nuovo che riorganizza e sistema la depurazione dell’intero Garda e territori annessi.

3. Come? Con un progetto che, visto da fuori e con buona pace della responsabilità, dell’efficienza, e  dell’ambiente, sembra potere garantire all’on. Gelmini, promotrice del progetto qualche anno di notorietà da utilizzare a scopi elettorali.  

4. Si fa un nuovo depuratore che, anche se non divide nemmeno le acque bianche dalle acque nere (sigh!), “mette a posto” tutti quei paesi del Lago di Garda che si sono preoccupati per decenni di mantenere le aiuoline fiorite, ma non hanno mai affrontato il problema della depurazione della loro azienda più inquinante e lucrosa: 3 milioni di turisti ogni anno.

5. Si fa un depuratore che scaricherà (sigh!) il suo costo, per la parte non coperta dai 200 milioni di Euro già reperiti, su TUTTI i bresciani che li pagheranno comodamente in bolletta. 

Quasi senza accorgersene.

6. Si fa un depuratore che riverserà i suoi reflui nella pianura; attraverso il fiume Chiese, che non  appartiene al bacino imbrifero del lago e che, in base a quanto appurato da verifiche ambientali, ha uno stato di salute da terapia intensiva. Di sicuro, il Chiese non è già  morto, come dice il Prefetto, ma sicuramente  il suo stato di salute non potrà altro peggiorare.

Qualcuna di queste affermazioni può essere seriamente smentita? Perché, se non è così, l’On Gelmini e chi ha voluto questo progetto, è quasi riuscito nella “quadratura del cerchio”: ha risolto un problema di ritardo di un paio di decenni nella depurazione delle acque nel proprio “bacino di utenza elettorale” facendo pagare ad “altri” il conto. Specialmente in termini ambientali.

Potremmo pensare a oscure trame che ci abbiano portati sino a questo punto. Invece probabilmente è peggio: è il sistema che non garantisce più obbiettività, onestà e rispetto nella popolazione e dà risposte semplici a problemi complessi. Si preferiscono decisioni verticistiche ed autoritarie. 

E quando le persone (poche purtroppo) pensano e dicono che qualcosa, a più livelli, non va, le si trova persino “moleste” come uno spiacevole effetto collaterale della “democrazia”.

Pieranna Civera per gruppo consiliare “Moderati Centro Destra”

Guglielmo Tenca  per “Movimento Civico  Solo Montichiari”