Il sorriso che rincuora, lo sguardo che consola, il canto che rasserena, la preghiera che sostiene: ogni anno la celebrazione che ha luogo presso la sede dei Silenziosi Operai della Croce di Montichiari raccoglie questi momenti nel nome del loro fondatore, il Beato Luigi Novarese, per i tanti malati e sofferenti che vi giungono a vivere un’esperienza comunitaria. La tappa 2020, dopo il lungo periodo di confinamento, è stata se possibile ancor più seguita, nella partecipazione in presenza nel parco e nell’ascolto a distanza sui social, sotto l’organizzazione come sempre curata nei minimi dettagli dall’intero staff di sorelle, laici, sacerdoti, volontari della struttura.

Tante le associazioni civiche e d’arma intervenute con i loro rappresentanti, a significare l’attenzione che la cerimonia annuale riscuote nel mondo monteclarense. Accanto al fondatore del Centro Volontari della Sofferenza, si è ricordato un altro uomo che ha donato la sua sofferenza a Cristo, il giovane Angiolino Bonetta, bresciano di Cigole scomparso a soli 14 anni nel 1963 dopo un male incurabile e anch’egli divenuto Silenzioso Operaio della Croce,  dichiarato Venerabile da Papa Francesco.

Dopo l’accoglienza e i saluti di sorella Nora Cocca, l’Assessore Graziano Bonometti a nome dell’am-ministrazione comunale ha ringraziato i Silenziosi “per la dedizione che mostrano verso le persone e in particolar modo i sofferenti”; “Le vostre vite – sono state le parole rivolte dall’Abate Cesare Cancarini ai presenti –  sono un segno della bellezza che continua nella Chiesa e nel mondo”. A presiedere la concelebrazione religiosa è stato il Vescovo emerito di Palestrina Domenico Sigalini, per molti anni impegnato in particolare nella Pastorale Giovanile e nell’Azione Cattolica: intensa la sua omelia, incentrata sull’importanza della vittoria del bene sul male, in un mondo “che vive di brutture: Dio ci ha insegnato però a non abbandonare i peccatori e a far sperimentare loro la sua grande misericordia. Dobbiamo tutti riscoprire la pazienza, difficile e molto assente ai nostri tempi: essa è la sorella della speranza e genera fiducia incrollabile nel bene. Ce lo ha insegnato il Beato Novarese il quale chiedeva di costruire con i mattoni della sofferenza un ponte di salvezza verso il cielo. E allora sentiamoci chiamati – ha concluso don Sigalini –  a cose più grandi di noi: il Signore ci è vicino e ci dà la forza”.

Durante la celebrazione è stato letto il messaggio del presidente del consiglio diocesano Cvs Luca Spagnoli: tra i passaggi più sentiti quello sulla  preghiera “che nella gioia e nel dolore ci tiene uniti poiché è una catena che lega tutti noi formando un corpo unico, quello del Centro Volontari della Sofferenza”.

Commosso l’intervento conclusivo di don Roberto Lombardi, assistente diocesano, che ha ringraziato don Luigino Garosio “per il lavoro prezioso di studio e di ricerca sulla vita di Bonetta, necessario per arrivare a dichiararlo Venerabile.

Ad Angiolino e al nostro fondatore guardiamo conti-nuamente”.

E proprio don Garosio ha parlato di “forza della preghiera”, quella forza grazie alla quale è possibile pensare al giovane di Cigole come ad un Santo per le sue eroiche virtù.

Il processo verso la canonizzazione procede, in attesa dei miracoli che potrebbero abbreviare i tempi solitamente lunghi in questi casi.

Federico Migliorati