Uno nasceva 10 anni fa; l’altro moriva 100 anni fa. Ovvio che, quest’anno, il loro destino si incrociasse.

Stiamo parlando del Museo Lechi (che quest’anno festeggia il primo decennio di attività) e di Marcel Proust, morto nel 1922. E’ così che, il 23 aprile, nello spazio espositivo di Montichiari è stata inaugurata la mostra «Nel giardino di Marcel Proust. Fiori dipinti tra le pagine della Recherche», con opere di Suzette Lemaire e degli artisti di Floraviva. La mostra rimarrà aperta fino al 31 luglio.

Nel romanzo di Marcel Proust, «Alla ricerca del tempo perduto» si incontrano oltre seicento citazioni tra essenze floreali e giardini, spesso espresse con metafore dal notevole fascino narrativo. Il grande scrittore francese, infatti, fu un fervido appassionato di botanica, nonostante all’età di nove anni una malattia asmatica lo aveva separato dal mondo troppo profumato dei fiori. Fu nel giardino dei parenti materni ad Auteuil (oggi sobborgo di Parigi), ma soprattutto nel giardino dello zio Jules Amiot, nel villaggio di Illiers, dove la famiglia Proust si trasferiva in primavera, che il piccolo Marcel provò le sue prime emozioni verso la bellezza floreale. Il ricordo di quel giardino resterà indelebile, ispirando, nella Recherche, il parco di Tansonville, la proprietà di uno dei protagonisti del romanzo, Charles Swann.

In occasione del centenario della scomparsa dello scrittore, il Museo Lechi ospita gli artisti di Floraviva (associazione che riunisce molti dei più affermati pittori botanici italiani), i quali, attraverso la realizzazione di una cinquantina di opere a tema floreale, evocano le numerose essenze botaniche descritte nel capolavoro di Proust, «Alla ricerca del tempo perduto», e in altri suoi scritti.

Le opere esposte sono accompagnate da citazioni proustiane. Dalla sensuale Cattleya, un’orchidea legata al personaggio di Odette de Crécy in Un amore di Swann, all’odoroso Biancospino, già descritto nel giovanile romanzo incompiuto Jean Santeuil, passando per l’Iris «vellutato come l’orchidea, peloso come il bombo, perlato come il mistero serale, bluastro come il chiaro di luna» ed altri ancora. La mostra è completata da due rari dipinti floreali di Suzette Lemaire, che fu legata da una intensa amicizia a Marcel Proust, tra i quali spicca un grande acquerello su seta (con papaveri e malvoni), provenienti da una collezione privata francese.

«Oltre a portare in visione splendide opere d’arte dedicate al mondo della botanica nella Recherche – commenta l’assessore Angela Franzoni – la mostra vanta il patrocinio dell’Institut Français Italia, istituzione legata all’Ambasciata di Francia per la promozione della lingua e della cultura francese. Un orgoglio per la nostra città, che dimostra l’ottimo lavoro profuso da tutto il personale di Montichiari Musei a partire dal direttore Paolo Boifava con la collaborazione dell’amministrazione comunale, sinergia che in questi anni ha dato vita a mostre di grande livello intessendo una significativa “rete” con enti e strutture pubbliche e private. Ora aspettiamo i monteclarensi, e non solo, a visitare l’esposizione, aperta a ingresso gratuito sino al 31 luglio al Museo Lechi, polo culturale che festeggia il primo decennio di attività».

Orari apertura della mostra: da mercoledì a sabato dalle 10 alle 13 e dalle 14.30 alle 18. Domenica dalle 15 alle 19- Info: 030-9650455, www.montichiairimusei.it

MT Marchioni