La scomparsa di Gianni Guindani ha rattristato tantissime persone e, in particolare, tutti quelli che, come lui, hanno da sempre nel sangue la passione per il calcio giovanile (con tutto quello che rappresenta). In molti lo hanno ricordato per tutto quello che lui ha fatto nel Brescia e nella Voluntas, per i grandi campioni che ha saputo scoprire e lanciare e per il binomio ineguagliabile con Roberto Clerici. Ai tanti che lo hanno conosciuto ed apprezzato a Montichiari, però, piace ricordarlo soprattutto per quello che lui ha saputo fare in terra monteclarense, dove ha lasciato la sua significativa impronta soprattutto nelle esperienze che ha vissuto prima nell’AC Montichiari (nei gloriosi tempi della serie C) e poi, in seguito, con la nascita dell’Accademia Calcio Montichiari. C’è però una prerogativa che possiamo definire tutta di Gianni e che in molti conservano gelosamente nel loro cuore. Una qualità che non è facile riassumere in poche parole, ma che si può tentare di raccontare parlando del suo entusiasmo, della sua instancabile ed irrefrenabile voglia di continuare a progettare ed organizzare proposte sempre nuove. Quando per gli altro era arrivata l’ora di fermarsi per una pausa irrinunciabile, per lui partiva lo spazio per nuove idee e nuove sfide. Manifestazioni che riuscivano sempre a coinvolgere tante persone, anche collaboratori che, magari, non facevano del calcio uno stile di vita come lui e che non avevano neppure figli che frequentavano il settore giovanile da lui guidato. Gianni Guindani, però, è sempre stato fatto così. Quando iniziava un discorso dicendo: “Ti devo raccontare una cosa”, che si trovava di fronte a lui sapeva già, inesorabilmente, che stava per iniziare una nuova esperienza, un nuovo progetto che aveva un obiettivo sempre ben preciso. In effetti il calcio giovanile e le nuove generazioni da far crescere sono sempre stati la sua partita speciale, una gara che lui si impegnava in modo del tutto unico per riuscire a vincere. Le interminabili chiacchierate con i genitori ai bordi del campo ne sono una testimonianza e raccontano quello spirito che ha sempre animato Gianni Guindani e che, ora che lui è andato ad organizzare tornei in cielo, fa sentire un po’ più soli tutti quelli che lo hanno conosciuto e… rigorosamente gli hanno voluto bene.                                                                                                                    

Luca Marinoni