Quanto parliamo di fognatura, facciamo riferimento ad un (più o meno) complesso sistema di canalizzazioni, generalmente sotterranee, realizzate dall’uomo per raccogliere, quindi smaltire lontano da insediamenti civili e/o produttivi, le acque superficiali e quelle  reflue  provenienti dalle attività umane.

Le prime testimonianze storiche di fognature, che risalgono ad un periodo compreso tra il 2500 e il 2000 a.C. circa, sono state trovate nell’attuale  Pakistan. Dai resti si è potuta ricostruire la fisionomia della città che, sotto il livello stradale, presentava una vasta rete di canali in mattoni in grado di convogliare le acque reflue provenienti dalle abitazioni. In ogni caso, le fognature antiche più efficienti furono però quelle di Roma. La prima cloaca romana di cui si abbia notizia risale al VII secolo a.C. e fu progettata per bonificare gli acquitrini che occupavano le vallate alla base dei colli dell’Urbe, e far defluire verso il Tevere i liquami del Foro Romano, di Campo Marzio e del Foro Boario.

Se questo è vero, è anche vero che il «padre» del sistema fognario, così come lo intendiamo oggi, è considerato Joseph Bazalgette, l’ingegnere d’origini francesi messo a capo del Metropolitan Board of Works di Londra. Bazalgette realizzò una delle opere ingegneristiche più interessanti  della storia, dotando, a partire dal 1852, la capitale britannica di quella che ancora oggi è l’ossatura del suo impianto fognario. L’invenzione della fogna contribuì a migliorare la salubrità urbana e, isolando le acque reflue impedendo la contaminazione di quelle che oggi definiremmo potabili, evitò il ripetersi di epidemie di colera che in pochi anni costarono la vita a circa 25.000 londinesi.

Bisogna comunque ricordare che, negli stessi anni, il francese George Eugeène Haussmann costruì il sistema fognario di Parigi. Furono le prime reti di fognature moderne che permisero di fermare le epidemie che la rivoluzione industriale aveva generato e amplificato. Attraverso la nuova rete fognaria si poté convogliare in un’unica rete sotterranea tutti i liquami delle due capitali. L’obiettivo di chiudere e isolare i liquami in condutture stagne che li portassero più lontano possibile, anche con l’utilizzo di pompe e stazioni di trattamento, era quello di eliminare il tanfo.

Benedette siano le fogne, dunque, che ci consentono di non cadere vittime di epidemie. Non solo per questo, ma anche per questo, quasi tutti i Comuni sono dotati di un sistema fognario più o meno efficiente. Naturalmente capita che qua e là, in determinate zone, ci siano delle «falle», che un po’ alla volta si sta cercando di tappare.

E’ quello che stanno per fare a Montichiari, dove sono alle viste i lavori per la realizzazione della rete fognaria nelle frazioni di Sant’Antonio, Santellone, Santa Giustina, Ro di Sopra, Ro di Sotto e Santa Cristina. Diciamo che, se tutto andrà come dovrebbe, potrebbero iniziare l’anno prossimo, per poi durare suppergiù tre anni. Tanto lavoro per creare una rete complessiva di poco inferiore ai 15 chilometri. 

MTM