Il Teatro Bonoris sta andando incontro ad un intervento di efficientamento energetico. La spesa prevista è di oltre 480.000 euro, 250.000 dei quali arriveranno grazie ad un contributo targato Pnrr.

Non è la prima volta che il Bonoris finisce sotto i ferri. Del resto, se si considera che la struttura ha quasi 250 anni, non c’è da stupirsi se, di tanto in tanto, ci si deve metter mano.

Il Bonoris, infatti, che poi è l’ex Sociale, risale alla seconda metà del XVIII secolo. Un secolo dopo, quindi siamo verso la fine del 1.800, si ravvisò la necessità di un ampliamento, dovuto anche e soprattutto alle mutate esigenze tecniche. Dopo un bel po’ di lavori, la struttura venne inaugurata nell’ottobre del 1890, con la rappresentazione del «Trovatore», celeberrima pera dell’altrettanto celebre Giuseppe Verdi.

Passano altri cent’anni, durante i quali il teatro ha ospitato anche veglioni, cavalchine, balli in maschera e cose del genere, finché, nel 1996, è partita un’altra, grande ristrutturazione, che ci ha consegnato il Bonoris così come lo conosciamo adesso, con uscite di sicurezza adeguate, miglioramento dei collegamenti della zona palchi con le scale di accesso, camerini più accoglienti ed altro ancora, compresi anche l’ adeguamento degli impianti elettrici, il rinnovo e la sostituzione del sipario, dei tendaggi, delle poltroncine di platea e di tutto l’arredo interno dei palchi.

Così, con i suoi 391 posti a sedere (124 in platea, 80 nella prima corsia di palchi, 84 nella seconda,103 in galleria), il Teatro Bonoris ha ospitato artisti di fama nazionale e internazionale: Andrea Giordana, Renzo Montagnani, Ombretta Colli, Umberto Orsini, Lauretta Masiero, Renzo Palmer, Anna Proclemer…

Ora, dicevamo è arrivato il momento di riportare questo gioiellino sotto i ferri, per un intervento che, in realtà, è molto meno invasivo (e costoso) di quello realizzato nel 1996. Questa volta si tratta di una riqualificazione impiantistica, in particolare per quanto riguarda i ricambi di aria, che, normativa alla mano, sono obbligatori. L’attuale meccanismo di ricambio dell’aria, infatti, non è né efficiente né funzionale. Infatti viene utilizzato prima degli spettacoli, per essere spento (anche perché troppo rumoroso) quando il pubblico si accomoda in sala, cioè quando servirebbe acceso.

Ma, niente paura: con i soldi del Pnrr, che vanno aggiunti a quelli «propri», Montichiari avrà un gioiellino perfettamente a norma e funzionante: un teatro che, come ha sempre fatto nel corso degli anni, continuerà a chiamare a raccolta spettatori da tutta la provincia. MT marchioni