Tre anni fa disse che in Europa è in atto un’invasione islamica pianificata, studiata e calcolata a livello mondiale. Non solo: denunciò la profanazione di un presepio nella sua frazione, invitò a riflettere sulla crisi demografica, disse che i nostri governanti si allontanano sempre di più dalla vita concreta delle persone e si preoccupano solo della grande finanza. Denunciò anche l’arrend-evolezza occidentale di fronte alla Turchia di Erdogan.

Non stiamo parlando di Matteo Salvini, ma di don Gianluca Loda (nella foto) (ex) parroco di Castelletto di Leno.

Il quale ne ha «fatto» delle altre. Ad esempio, in merito alle restrizioni imposte alla Chiesa cattolica causa coronavirus, don Gianluca ha detto che le autorità ecclesiastiche sono prone al potere, e che per il governo i cattolici contano meno del pallone, meno della Serie A…

Avrete letto sui giornali, che don Gianluca è stato prelevato dalle forze dell’ordine e portato in ospedale per accertamenti. È accaduto che, in polemica contro il distanziamento sociale imposto per via del Covid 19, insieme con 4 operai arrivati da Treviso per realizzare alcuni lavori nella chiesa si è seduto in piazza, quindi all’aperto, ed ha consumato la cena. Multato, il don ha poi mangiato all’aperto anche alla sera (questa volta, però, da solo).

Curiosa la reazione della Diocesi: che non ha protestato, ma ha diffuso una nota nella quale si legge che “alcuni comportamenti di don Gianluca Loda negli ultimi giorni sono frutto di un evidente disagio personale. In questo frangente, il vescovo e i suoi collaboratori, dopo un momento di ascolto e con la consulenza del medico curante, hanno concordato con don Gianluca di mettere in atto una serie di azioni per recuperare al più presto una condizione personale più serena.

Nelle prossime settimane, pertanto, l’attuale parroco di Castelletto sarà assente dalla parrocchia e sarà accompagnato in un percorso di verifica e di sostegno che gli consenta un pieno ristabilimento”.

Su questa storia, vi proponiamo il commento del giornalista Aldo Maria Valli: «Il caso di don Gianluca mi fa venire alla mente quello del signor Dario Musso, che ad Agrigento, lo scorso 2 maggio andò in giro per le strade della sua città con un megafono, invitando i concittadini a uscire, a riprendere le loro attività lavorative e a non cedere al clima di terrore. Risultato? Il signor Musso fu intercettato dalle forze dell’ordine, gettato a terra, sedato, prelevato, portato all’ospedale e immobilizzato in un letto di contenzione. Un Trattamento sanitario obbligatorio, che dovrebbe essere autorizzato solo in casi di grave pericolo per la comunità e invece in questo caso è scattato per presunti sintomi di scompenso psichico e agitazione psicomotoria».

Ora lo sappiamo: «In questo paese chi pensa con la propria testa, e dice quel che pensa, da un momento all’altro, pur non avendo infranto la legge, può essere accompagnato in un percorso di verifica e di sostegno che gli consenta un pieno ristabilimento. Non vi sentite più sicuri?».

Gabriele Fiore