Anche i Comuni compiono gli anni, almeno quelli di cui si può ricostruirne la storia con una certa attendibilità.

E, come si può immaginare, non è sempre facile, perché ci sono stati periodi in cui la situazione mutava con la stessa frequenza con cui Liz Taylor cambiava marito.

Qualche certezza, però, c’è. E’ così che, lo scorso 23 aprile, il Comune di Montichiari ha compiuto gli anni.

Per l’esattezza, ha spento le sue prime 854 candeline. 

La nascita ufficiale di questo Comune, che oggi in molti chiamano la Città dei Sei Colli, infatti, si fa rinascere all’oramai lontano 23 aprile del 1167.

Per l’occasione, in Duomo è stata celebrata una speciale messa, con tanto di scambio di doni tra l’abate e il sindaco.

Per dovere di cronaca, vale la pensa di ricordare che, pur compiendo 854 anni, il compleanno del Comune si festeggia solo da (relativamente pochi) anni; diciamo dagli Anni Novanta.

Detto questo, e giusto per celebrare l’anniversario come si conviene, visto che alla data del compleanno il paese era ancora sotto la mannaia delle restrizioni anti Covid, vediamo almeno di ripercorrerne la lunga e tortuosa storia.

Tortuosa perché, come abbiamo detto, al pari di quasi tutte le altre italiche località, anche Montichiari nel corso dei secoli ha cambiato spesso status, e anche «padrone».  

Secondo lo storico don Baldassare Zamboni, quello che diventerà il Comune di Montichiari venne distrutto nel 382 da Alarico. 

Segno che già esisteva.

Stessa sorte nel 447, per mano di Attila.

Per circa due secoli (dalla metà del VI alla metà dell’VIII secolo) a farla da padrone furono i Longobardi e i Franchi.

Si arriva così al cambio di millennio, quando questo territorio passa nelle mani della famiglia Longhi, feudatari della contea fino al 1167.

È proprio in quell’anno (che non a caso è stato individuato come data di nascita del Comune) che, pure pretendendo alcuni obblighi militari, i Longhi concedono agli «homines de Monteclaro» di costruirsi in libero Comune.

Se pensate che, diventato Comune, per Montichiari sia diventato tutto più facile, vi sbagliate.

Dall’anno successivo, infatti, e per parecchi anni, Brescia attacca questa neonata realtà. Nel 1237 Federico II fa la stessa cosa, e poi anche Ezzelino da Romano vent’anni dopo.

Andiamo di fretta: nel 1428 il paese giura fedeltà alla Repubblica Veneta, ma nel 1440 viene riconquistato dagli Sforza, per poi tornare, otto anni dopo, sotto il dominio della Serenissima.  

Così resterà fino al declino della Repubblica marinara, nel 1797.

Non è finita, perché mancano ancora Napoleone, gli austriaci, le battaglie di San Martino e Solferino e molto altro ancora. Ma questa, oramai, non è più storia. Non è ancora cronaca, ma quasi. 

MTM