Egregio Direttore, dopo due anni di pandemia molti servizi sanitari hanno ripreso a singhiozzo le loro attività. Alcuni settori della sanità funzionano ancora a rilento per colpa del virus, mentre altri non esistono più. Volendo porre sotto la lente l’Ospedale di Leno, che ci riguarda da vicino vista l’assistenza supplementare e specifica che fornisce ad una platea di 180 mila persone della Bassa, proprio qui da prima del Covid, ad esempio, non è stato più riaperto il servizio di aerosolterapia. Senza girarci tanto intorno, questa mia lettera vuole mettere il dito nella piaga di un essenziale servizio di cura per malati acuti e cronici qual è quello delle terapie inalatorie e di aerosolterapia, già soppresso alcuni anni or sono, giustificandone allora la chiusura con vaghi accenni a rotture di caldaie, per poi provvidenzialmente essere riaperto, dopo tante pressioni popolari anche a mezzo stampa, facendone beneficiare migliaia di anziani e bambini. Sia io che mia nipote necessitiamo di queste cure respiratorie, per cui in seguito fummo costretti ad emigrare, impinguando le casse delle Terme di Sirmione a sessanta chilometri di distanza, con spese di viaggio e di soggiorno in aumento anno dopo anno. E pensare che avevamo a due passi un eccellente servizio, completo ed efficiente, comprendente l’inalazione calda umida, humages gassose, irrigazioni nasali, aerosol delicati e lavaggi profondi con doccia micronizzata, quindi una gamma di prestazioni variegata e multiforme. Ma dove sono i Sindaci della Bassa Bresciana, proprio loro che sono responsabili anche della salute dei propri concittadini? Forse il silenzio generale, unito a quello dell’azienda ospedaliera, alla fin fine conviene anche ai Primi Cittadini, perché così non si scontrano con la burocrazia sanitaria e sono, quindi, tutti felici e contenti. Sappiamo che, come dice il proverbio, “can non mangia cane”, ma, di fronte all’indifferenza delle amministrazioni in carica, chissà perché nessuna altra voce si leva, non da parte delle associazioni socio-sanitarie, né dal Terzo Settore, né tantomeno dai sindacati, per cui ancora una volta “vecchi” e “tenera età'” vengono considerati trascurabili, insignificanti, come al solito, specie elettralmente parlando. I Sindaci interessati devono quindi meditare, uscire dal torpore e intervenire facendo il diavolo a quattro, cercando di venire incontro alla gente che non ha mezzi e che come al solito viene ignorata e presa in giro da chi dice di agire in nome della grande sanità pubblica.

Luigi Andoni