La storia corre veloce. I fatti hanno tempi rapidi che mal si conciliano con una rivista mensile. Ma l’orrore al quale stiamo assistendo non si metabolizza rapidamente. L’imbruttimento umano si infila nel Dna e se non viene fermato subito è capace di sobillare insensate isterie di massa. Questa è la nostra epoca, caratterizzata, in molti ambiti, da regressione di umanità e decadimento socio culturale. Ma possiamo difenderci da tutto ciò. Lo possiamo fare con la conoscenza, la carità e la solidarietà, con l’amore e la compassione intesa come partecipazione alla sofferenza dell’altro. Troppo miopi siamo se non comprendiamo che il dolore dell’altro è ora, o in un breve futuro sarà anche il nostro e soprattutto dei nostri figli. Quindi la Brescia del tondino, della siderurgia e della metallurgia, delle auto di lusso e dell’operosità, si mobilita, si arma di ingegno, cerca soluzioni, accoglie e ospita. E lo fa anche Manerbio, la cittadina della Bassa, un tempo punto di riferimento della zona, oggi un po’ affaticata da crisi di vario tipo. Ma Manerbio oggi mostra il suo lato migliore e lo fa con l’accoglienza di chi scappa da quell’orrore e che ha perso tutto nella sua terra martoriata dalla guerra. Singoli cittadini che manifestano la volontà di ospitare, di accogliere, di mettere a disposizione un alloggio o semplicemente una stanza. Non sono iniziative sporadiche, si tratta di un cordone di solidarietà che corre per le nostre strade, spesso silenzioso. E poi ci sono le istituzioni che non possono stare a guardare e si mobilitano. Il Comune, la Provincia, la Prefettura sono in campo da settimane per l’avvio di quella complessa macchina organizzativa dell’accoglienza. Ad un mese dall’inizio della guerra in Ucraina, un comunicato stampa parlava di cinque minori arrivati spontaneamente a Manerbio. Si tratta di bambini e giovani tra i 13 e i 14 anni e uno di 18 anni, accompagnati da una tutrice. I ragazzi e la donna sono stati accolti temporaneamente in un appartamento messo a disposizione da un’associazione locale. Oltre all’alloggio si è provveduto sin da subito all’inserimento nelle scuole. E i nostri bambini e ragazzi hanno trovato nuovi compagni speciali, quelli che sono scappati dalle bombe e che hanno certamente qualcosa da raccontare. I giovani ucraini hanno incontrato gli alunni manerbiesi e hanno preso posto ad un nuovo banco di una nuova scuola, con nuove persone e una lingua tutta da imparare. Non facile, per nessuno. Ma l’amministrazione comunale e l’Istituto Comprensivo di Manerbio e Offlaga si sono seduti intorno ad un tavolo per soddisfare il diritto allo studio di questi ragazzi e per cercare di dare loro un po’ di normalità seppur in terra straniera. “Siamo pronti a fare la nostra parte per facilitare l’inserimento e l’integrazione di questi bambini” ha dichiarato l’assessore alla cultura e sport Fabrizio Bosio “abbiamo già attivato il servizio di mensa e con le associazioni del territorio stiamo dando il via ad una rete per raccogliere quanto necessarioper la frequenza scolastica. Inoltre ci attiveremo per potenziare i servizi di alfabetizzazione che da alcuni anni sono finanziati dall’Assessorato presso le scuole”.  Al 24 marzo, esattamente ad un mese dall’inizio del conflitto, nel bresciano sono state cinquecento le famiglie che hanno manifestato la disponibilità ad aprire le loro porte ai profughi. Un numero che si evince dal modulo che si trova sul sito della Prefettura. Un migliaio di posti sono stati messi a disposizione da alberghi e dalle strutture di accoglienza che hanno risposto alla manifestazione di interesse pubblicata da Regione Lombardia, sempre al 24 marzo. Si tratta di numeri che sono destinati ad aumentare. Non pervenuti invece esattamente i numeri relativi ai centri di accoglienza straordinaria in provincia di Brescia. Circa una ventina di queste realtà hanno dovuto garantire d’ufficio l’aumento del 20% della disponibilità ad accogliere rispetto al numero degli immigrati già presenti in queste strutture. Accanto all’accoglienza e ospitalità poi ci sono i furgoni dei rifornimenti umanitari. “A Manerbio” ha dichiarato il vicesindaco Giandomenico Preti “ci siamo attivati subito per portare aiuto alla popolazione ucraina sia per quanto riguarda la raccolta alimentare sia per quanto riguarda quella dei medicinali. A questo proposito tengo a ringraziare i cittadini, i volontari, le famiglie ucraine residenti a Manerbio, la farmacia comunale, che si sono subito messi a disposizione. Ora ci stiamo attivando per offrire una sistemazione a questi ragazzi, magari attraverso il supporto di Associazioni cooperative o comunque in base alle indicazioni che arriveranno nei prossimi giorni dalla Prefettura con la quale siamo in contatto”.

Barbara Appiani