Egregio Direttore, sulla stampa locale, con riferimento alla politica di Manerbio, in questi ultimi tempi accade spesso di leggere interventi dell’ex assessore Vittorielli, già dimissionario con l’assessore al Bilancio, a controbattere le tesi della maggioranza e a contraddire affermazioni di chi gli è succeduto nell’incarico. Notiamo una certa voglia di apparire, il che è una novità, in quanto durante lo svolgimento della sua precedente carica non si sapeva nemmeno se avesse la voce. Ora stiamo apprendendo a posteriori che aveva vissuto un difficile rapporto con i colleghi del PD in Consiglio Comunale, che, nonostante l’impegno di ciascuno di loro, secondo lui troppo spesso dimostravano logiche e strategie tali da far perdere di vista l’obiettivo comune, quasi non sentissero il dovere di rappresentare i cittadini, ma piuttosto solo il loro partito. Forse il nostro Vittorielli, in quell’incerto equilibrio instabile, non si era reso conto di essere un po’ isolato; questo in parte vale anche per l’assessore Masini, al di là invece delle sue indubbie doti e i grandi risultati del “tesoretto”. In teoria, all’inizio, la loro posizione non certo di sinistra, sembrava accettata in questa lista civica, ma in un secondo tempo, a fronte di quelli che apparivano come patti interni di schieramento, i due corpi estranei erano stati isolati e considerati solo due utili voti che avrebbero dovuto adeguarsi alle esigenze di una maggioranza politica più che amministrativa. Dopo il terremoto della Giunta, nacque l’accoppiata Almici-Vittorielli, azionisti calendiani, molto esposti ultimamente, e in cui si è palesato finalmente il vero Vittorielli-pensiero, considerato che quello di Almici era già noto dall’era melettiana, con tesi spiccatamente contro il centro-sinistra e le sue proposte. Dimmi con chi vai… Tra l’altro bisogna considerare che il loro ispiratore, l’ondivago Calenda, è stato eletto in passato con i voti del PD, indirizzandosi poi sempre più vicino alla destra, anche se a quella non populista e sovranista. Almici e Vittorielli, che faranno dunque? Un’alleanza stretta con Lega e Forza Italia, o tenteranno il colpaccio nella speranza di ottenere una maggioranza assoluta? Per il momento Azione non perde occasione di criticare ogni decisione dell’Amministrazione Comunale, facendo passare ai raggi X ogni particolare di quanto approvato ed ogni passaggio degno di nota. Molto lodevole il loro attivismo ma, conoscendo Manerbio, non sempre basta per sfondare. La rincorsa fino al 2023 si presenta piuttosto lunga, anche per chi vuol figurare come il “primo della classe” ed ambire al ruolo di sindaco. Ma non è che l’Almici sia sbucato dal nulla, è già stato tra gli amministratori manerbiesi berlusconiani, per poi scomparire senza lasciare traccia. Ma il futuro di Manerbio allora quale sarà? Azione? La fisica ci dice però che ad ogni “azione” corrisponde una “reazione” uguale e contraria. Meglio il buon Preti, anche perché “dai nemici mi guardo io, dagli Almici mi guardi Iddio”. 

Luigi Andoni e un gruppo di pensionati di Manerbio