Egregio Direttore, stiamo assistendo ad un gran fervore da parte dell’Amministrazione Comunale di Manerbio sulla segnaletica stradale. In molte vie del centro cittadino, infatti, si stanno rifacendo le strisce pedonali e le linee che delimitano le corsie di marcia. Certo, visto che anche l’occhio vuole la sua parte, saranno contenti i commercianti e i residenti delle varie zone, peccato però che le candide strisce siano state dipinte prima di aver sistemato il sottostante manto stradale non affatto liscio. Per dirla tutta, le strade sulle quali brilla la nuova vernice bianca sono disseminate di buche e in alcuni punti manca l’asfalto. E non è del tutto chiara questa fretta dell’ultim’ora, dopo anni di degrado e trascuratezza delle strade del centro, come non è chiaro, dopo le promesse di una riasfaltatura di tutte le strade bisognose, perché si sia proceduto a ridipingere le strisce senza prima almeno stendere il cosiddetto “tappetino”. Le strisce novelle, come per incanto, sono venute ad abbellire anche il sofferto incrocio di via Duca d’Aosta, con rotondina lasciata in sospeso per qualche mese, per poi ripristinare il semaforo come prima, ma con le belle strisce nuove. Ma era lampante che così sacrificato negli spazi, l’incrocio non poteva essere fruibile, né realizzabile, non occorreva essere famosi progettisti per prevederlo. Quando recentemente raccomandavamo di prendere una decisione in merito, allargando la sede stradale, gli “addetti ai lavori” ci hanno consigliato di documentarci prima di scrivere. Ebbene, per restare in zona “Fanfani” noi ci siamo documentati, infatti parecchie persone ci stanno fermando per strada, dicendoci di non poterne più per il degrado di quel Villaggio. Secondo quanto affermano, vi è un gran bisogno di ridare un po’ di dignità a quel quartiere, prima di tutto mettendolo in sicurezza e salvaguardando chi ci abita. Molto spesso c’è gente che dorme sulle panchine, al riparo dalla luce dei lampioni, visto che le piante non vengono da tempo tagliate e potate. Le persone si sentono insicure, hanno paura ad uscire alla sera, trovandosi di fronte a malcapitati vagabondi, che lasciano sgomenti. Ci avevano promesso una città vivibile, rinnovata negli arredi e rivoltata come un calzino, e per una volta ci avevamo creduto. La dura realtà ci dice invece che mantenere è un verbo sconosciuto al Palazzo, e che il calzino forse è stato rivoltato ma non lavato. Nonostante ciò, la nostra non vuol essere critica sterile, infatti saremmo stati ben contenti di vedere una Manerbio rimessa a nuovo, abbellita e al passo coi tempi, secondo le promesse. Visto l’andazzo, però, rimane ancora una volta attuale il detto: “È inutile fare affidamento sulle promesse di chi è innamorato, ubriaco, o ha una carica pubblica”. 

Luigi Andoni