Spesso, specialmente quando pensiamo a grandi centri come Brescia, Milano o Roma, siamo portati a pensare che soltanto in quelle aree, in quei ampi ed antichi conglomerati urbani, sia possibile riconoscere le vestigia del nostro passato. Certo, in molti, se non la quasi totalità, dei paesi e paesini della Bassa Bresciana è difficile trovare dei segni tangibili della presenza di antiche popolazioni che, stanziali o solo di passaggio, ebbero modo di vivere, per tempi più o meno dilatati, sulle stesse terre che ancora noi oggi abitiamo.  

Un esempio veramente eccezionale di quanto si celi sotto le fondamenta delle nostre case, sotto le strade, i ponti ed i campi del nostro territorio interessa proprio Manerbio, ed in particolare la piccola località delle Gavrine Nuove dove, nel 1955, un gruppo di operai impegnati in attività edili rinvenne un reperto unico nel suo genere. 

Durante infatti alcuni lavori di scavo, una delle vanghe di coloro che stavano solcando il terreno si imbatté in un otre d’argilla che, rompendosi, mostrò il suo prezioso contenuto. 

Migliaia di monete argentee che, ancora oggi, costituiscono uno dei più importanti – se non il principale – complesso di monete di età celtica rinvenute non solo a livello nazionale, ma europeo.  

Un patrimonio, il “tesoro di Manerbio” come presto ribattezzato, veramente unico. Coniate infatti dai Celti, “termine ombrello” che viene usato per comprendere al proprio interno popolazioni insediate in tutta l’Europa settentrionale – specie Francia e Gran Bretagna – oltre che in Spagna ed Italia settentrionale, fino almeno alla Turchia, queste monete argentee risalgono probabilmente all’inizio del IV secolo, essendo state coniate, come definito dagli esperti, intorno al 390-386 a.C (anche se altri offrono datazioni più recenti).

Ispirate al prototipo della dracma della colonia greca di Marsiglia, queste monete sarebbero servite, secondo la ricostruzione di alcuni, a pagare dei mercenari celti che avrebbero combattuto per la città situata nell’attuale Provenza contro l’espansio-nismo siracusano oppure, secondo altri, avrebbero costituito il tesoro di una confederazioni militare o fede-razione di popolazioni celtiche che avrebbe avuto proprio nei pressi di Manerbio la propria sede, un santuario comune dove riunirsi e prendere decisioni di rilievo sul destino dell’insieme delle comunità. 

LL