Gentile Direttore, noi italiani siamo strana gente, che prima riconosce l’impegno e il merito delle persone, ma subito dopo e’ pronta a denunciare e condannare quanti ha prima elogiato. Mi riferisco alla questione sulla gestione delle R.S.A., in periodo di Coronavirus. Prima, lettere di ringraziamento e medaglie da eroi, del resto ampiamente giustificate, per gli operatori assistenziali di quelle strutture per quanto fatto da loro in condizioni durissime, agendo per la salvaguardia della vita degli ospiti, salvo rendersi conto, gli stessi eroi, di essere diventati proprio loro gli “untori” e i potenziali portatori di contagio.

Dal loro canto si sono adoperati con grande generosità e abnegazione, creando le condizioni migliori affinchè gli ospiti potessero sentirsi al sicuro, anche in condizioni di isolamento.

In realtà, mentre i medici e gli infermieri ospedalieri hanno avuto fino in fondo la loro meritata gloria, sono stati i tanto bistrattati addetti all’assistenza delle Case di Riposo i veri eroi di questa guerra perchè, costretti dapprima a lavorare senza protezioni per non spaventare i pazienti anziani, si sono visti obbligati a seguire regole confuse e ad utilizzare mascherine che non proteggevano nemmeno contro la polvere. Di qui i tantissimi contagi e i numerosi decessi tra gli ospiti e gli stessi operatori. Al di là delle indagini della magistratura, pero’, ora tutti si sono accorti che il vero problema erano le dirigenze e i coordinatori delle stesse strutture, personale quasi tutto non sanitario, che ha purtroppo dimostrato tutta la sua incompetenza nel gestire la crisi, ignorando gli appelli della parte sanitaria. Con grande preoccupazione e insofferenza, ho appreso del nascere e diffondersi di un comitato che si auto-nomina “noi li denunceremo”, creato per raccogliere denunce contro chi, in questi giorni difficili ma non è ancora finita, ha fatto tanti sacrifici e che ha veramente sofferto per la morte degli affezionati nonnini, e tra quelli includo mia figlia. Tutto cio’ e’ intollerabile, perche’ chi e’ rimasto non dandosi malato, chi ha fatto il proprio dovere a rischio della salute, della propria vita e di quella dei familiari, viene chiamato a giudizio in una spasmodica ricerca di capri espiatori per una immane tragedia, accaduta nonostante il massimo spendersi per gli altri e la grande cooperazione. Come e’ possibile che in cosi’ poco tempo le famiglie degli ospiti abbiano cambiato repentinamente opinione sfiduciando le stesse Case di Riposo quando, prima della pandemia, si assisteva alla corsa alle domande per il ricovero dei parenti anziani, pur con lunghe code di attesa, perche’ entusiasti del trattamento fornito? Si facevano raccomandare dal notabile di turno per far accettare il ricovero dei propri genitori, mentre ora, dopo la morte del proprio caro, senza guardare meriti e demeriti, stanno pensando di denunciare tutti e tutto. Non ci si rende conto che le vere vittime, la “carne da macello” sono stati i dipendenti delle R.S.A., abbandonati a sè stessi, senza essere tutelati da nessuno nelle loro poco valutate e ancor meno remunerate mansioni. Lavoratori molto spesso senza rappresentanza sindacale, perchè gestiti da cooperative e agenzie in forme di lavoro atipiche, che lo stesso sindacato dovrà una volta per tutte in futuro affrontare con il governo in una globale riforma dell’impiego nel ramo assistenziale convenzionato.

Luigi Andoni