Andare verso settembre, per i manerbiesi, significa veder avvicinarsi la Notte delle Fiabe, un evento pubblico per adulti e piccini. Arrivare impreparati non giova… Ecco, dunque, che diverse serate a tema la precedono. Il 20 agosto 2022, per un pubblico adulto, il Cortile del Centro Culturale comunale ha ospitato la lettura teatrale “Dialoghi con la luna”, con brani dall’omonima opera di H.C. Andersen (1805-1875). L’autore danese è noto per fiabe come  La principessa sul pisello (1835), Mignolina (1835), La sirenetta (1837), I vestiti nuovi dell’imperatore (1837), Il soldatino di stagno (1838), Il brutto anatroccolo (1843), La regina delle nevi (1844) e La piccola fiammiferaia (1848). Ma i “Dialoghi con la luna” esulano da questa arcinota produzione. Pur dando spazio all’immaginazione di Andersen, sono più poetici e meditativi, con tocchi di satira o di tenerezza. La musa romantica, malinconica e acuta dell’autore è comunque riconoscibilissima anche in essi.

La lettura è stata tenuta da Giulia e Tiziano Manzini, della compagnia Pandemonium Teatro. Alle loro spalle, sono state proiettate figure create con ritagli di carta, opere – stando ai due attori – di Andersen stesso.

Il titolo della raccolta è dovuto alla vicenda che le fa da cornice: un pittore viene ispirato dalle storie che la luna, quasi ogni sera, gli racconta. Ciascuno dei racconti è narrato in prima persona dall’astro notturno, che assiste alle faccende umane.

E cosa vede la luna? Vede la gioia di una ragazza indiana, che esulta perché il fidanzato lontano è ancora in vita – non badando al serpente velenoso che striscia verso di lei. Vede due poeti, entrambi esordienti – ma uno appoggiato dalla ricca e potente zia, l’altro considerato troppo “selvaggio” dai letterati perbene. Vede un attore con la vocazione al dramma, ma relegato al ruolo di Pulcinella dal suo aspetto fisico (lo stesso di Andersen, bisogna notare). Del resto, alla sua anima nobile tocca una tragedia nella vita reale, quando s’innamora (non ricambiato) di Colombina. E più la sua anima sanguina, più la sua arte comica sa mandare in visibilio il pubblico…

I preferiti della luna rimangono però i bambini, perché la loro spontaneità e la loro ingenuità creano più volte situazioni al limite del credibile.

A volte, tocca al pittore raccontare segreti che l’astro notturno vorrebbe tenere per sé. Per esempio, è lui a svelare che, anticamente, la luna era vicinissima alla terra e bastava una scala a pioli innalzata su una nave, per salire sulla sua superficie… Certo, ci voleva anche una certa abilità d’acrobati; ma, una volta posati i piedi sul suolo lunare, si assisteva all’incredibile spettacolo del mare al posto del cielo e dei compagni a testa in giù.

Per vecchia che sia, la celeste compagna della Terra ispira sempre gli artisti e mantiene saldamente il ruolo di musa romantica per eccellenza. Tanto che gli attori, dopo aver proposto Andersen, si sono sentiti in dovere di ricordare un più noto innamorato della luna: Giacomo Leopardi, che ha dedicato a lei proprio “Alla luna”. Il suo risplendere nella notte la lega ai sogni e al bisogno di una luce che guidi nel buio, anche in quello dell’animo umano; il suo perenne osservarci dall’alto scatena la fantasia di un cambio di prospettiva; il fatto che essa veda praticamente ogni regione del mondo fa scaturire la voglia di sapere cosa si celi oltre i confini della nostra routine. Anche dopo che l’uomo vi ha messo piede, la luna rimane “l’inesplorata” per eccellenza, l’ “altrove” a cui si aspira.

Erica Gazzoldi