Cosa rende bella una città? Forse le sue vie e i viali, le case e i palazzi, le statue e i monumenti? Oppure la gente che vi abita, la frequenta e che capita di incontrare ogni giorno? Possedere un paio di questi fattori è sufficiente o devono esserci per forza tutti e ancora, la mancanza di qualcuno può farla apparire meno bella agli occhi dell’osservatore? Sono domande che aggrovigliano la mente, facendo propendere ciascuno per questi o quegli elementi a contraddistinguere, abbellire e spesso rendere unico il tal paese, città o località. Prendiamo la nostra bella (per l’appunto!) Rovato e le incantevoli frazioni: cosa induce ad apprezzarne le caratteristiche naturali nonché le varie trasformazioni che nel corso del tempo hanno fatto sì di consegnarla com’è ai giorni nostri? Ognuno mostrerà un apprezzamento per ciò che lo appaga maggiormente, quindi elencando pregi naturalmente senza però disertare la descrizione talvolta impietosa dei “difetti”. Si dirà “nessuno è perfetto!”, tuttavia, non possiamo trascurare come ciò che impreziosisce e davvero può rendere bello, unico il luogo dove siamo nati, residiamo o vorremmo diventasse il nostro nido, non è tanto l’insieme di rinomate amenità o l’impietoso elenco di “magagne” (perlomeno non solo) quanto il desiderio e la volontà di ognuno di noi di rendere a misura d’uomo, donna e bambini, il posto in cui desideriamo vivere e lasciare alle generazioni future. Una città perfetta è difficile trovarla, d’altronde questa è una condizione abbastanza utopistica ma sarà solamente il nostro mettercela tutta in grado di avvicinarcela il più possibile, a quello che potrebbe diventare un bel sogno trasformato in una ancor più bella realtà. La nostra.

Giuseppe Agazzi