Grazie al recupero di una ex cava, il bacino del Consorzio di bonifica Oglio Mella contribuisce alla sicurezza idraulica del territorio e consente lo stoccaggio di risorse idriche destinate all’agricoltura. Iniziato in questi giorni il riempimento.
In queste settimane, dopo il periodo di asciutta per la manutenzione ordinaria prolungato per favorire l’invaso del lago d’Iseo, è tornata l’acqua nei canali della pianura occidentale bresciana.
Le precipitazioni di questi giorni, che hanno rimandato l’avvio dell’irrigazione, hanno permesso anche di avviare le operazioni di riempimento del bacino multifunzionale in località Bargnana di Castrezzato, realizzato dal Consorzio di bonifica Oglio Mella in una ex cava dismessa con fondi regionali. “Una parte dell’acqua che scorre nella Roggia Trenzana-Travagliata – spiega il direttore del Consorzio, Cesare Dioni – viene immessa nell’invaso attraverso le paratoie e lo scivolo di scarico appositamente costruito”. Questo consentirà di mettere da parte un “tesoretto” di acqua utile per affrontare la stagione irrigua in corso, ma non solo: “la funzione principale di questo intervento è la laminazione delle piene della Roggia che consente, con l’alleggerimento delle portate in caso di forti precipitazioni, di mettere in sicurezza questa parte di territorio della nostra pianura, grazie a una capacità complessiva del bacino di 150 mila metri cubi, di cui 75 mila sempre disponibili per raccogliere le acque in eccesso”.
L’installazione di un impianto di sollevamento consente invece di riportare nella Roggia Trenzana-Travagliata le riserve stoccate, in particolare durante la stagione irrigua, andando a beneficio di un comparto di oltre 1500 ettari e con la possibilità di prefigurare la nascita di un distretto in cui sperimentare nuove tecniche d’irrigazione.
“Con il pensiero alla drammatica situazione in Emilia Romagna – commenta il presidente del Consorzio di bonifica Oglio Mella, Renato Facchetti – l’avvio della piena operatività del nostro bacino costituisce un esempio concreto della capacità del sistema consortile di dare risposte alla necessità non più differibile di intervenire a tutto campo sulla gestione dell’acqua nel nostro Paese”.
L’ex cava recuperata, inaugurata lo scorso gennaio, rappresenta ora anche uno specchio d’acqua di valore paesaggistico-ambientale, arricchito dagli alberi appositamente messi a dimora lungo il ciglio dell’invaso, che va a mitigare la presenza nell’area di importanti infrastrutture viarie.