Il 15 gennaio, un bel sabato pomeriggio di sole, molti cittadini rovatesi hanno dato l’ultimo saluto alla professoressa Teresa Redaelli.  Erano molte le persone che han voluto essere lì per l’ultimo addio a una persona che, nella sua lunga vita, ha vissuto un po’ tutti i cambiamenti che il paese (oggi città) ha subito.  Nella chiesa parrocchiale piena di cittadini e amici tra i quali anche molti giovani che la professoressa amava incontrare e intrattenere fino a un paio di anni fa, quando le condizioni di salute non glielo hanno più permesso, è stata ricordata e salutata per l’ultima volta. Molti di noi la rivedono ancora quando, alla guida della sua auto, girava per le vie di Rovato, (non proprio con la sicurezza di un pilota dobbiamo dire!) e parcheggiava spesso in modo altrettanto casuale. L’auto per lei aveva rappresentato fino alla tarda età un suo modo di essere indipendente, di sbrigare le sue cose senza bisogno degli altri.  Negli ultimi anni ha regalato cose sue quali libri, oggetti, ad amici e conoscenti che pensava avessero potuto conservarle come ricordo di lei e del suo mondo culturale. Una decina di anni fa recapitò a mia moglie Angela una busta con alcune poesie scritte quando lei era sua insegnante di lettere (e Angela aveva 12 anni) con un biglietto che diceva, “si capiva già che la scrittura era il tuo mondo futuro, ciao, Teresa”. Alcuni mesi dopo volle che accettassimo una pentola con coperchio in pietra della Valtellina, nuova e pesantissima, che non abbiamo mai messo sulla fiamma perché il ‘battesimo del fuoco’ è un po’ complicato.  Cinque anni fa le chiesi una sua testimonianza da inserire nel volume su Gerolamo Calca; felicissima me ne scrisse due, un po’ diverse, e insieme scegliemmo quella da pubblicare. Sempre a proposito di libri, una mattina entro al bar per il caffè e mi consegnano un plico contenente un volume su Raffaello edito dal raffinatissimo editore Amilcare Pizzin per Silvana Milano del 1955 con litografie tirate a parte rispetto al testo, lo apro e trovo la dedica che dice: “Penso che questo testo sia ben collocato dandolo a voi in segno di amicizia, buon anno 2019 e auguri! Teresa”.Lei era così.  Ed era anche una delle ultime memorie storiche della città di Rovato.  Quando collocarono quella ruota nell’aiuola centrale di corso Bonomelli mi telefonò disperata: “ma che cos’è quella roba lì con quei ferri intorno, chi lo ha permesso …”. Sentirla raccontare episodi delle dispute politiche o curiosità dei tempi in cui fu consigliere comunale per la DC (ricordo ancora di quando raccontava di quel suo collega che, finita la riunione del Consiglio se ne tornava in bicicletta, con la nebbia, fin quasi a Castrezzato…) faceva sorgere il dubbio che non fosse poi tutto male quanto avveniva ai suoi tempi rispetto al nostro oggi… L’oggi dei ‘social media’.

Addio professoressa.

Beppe Bonetti