Anche quest’anno, l’Amministrazione di Cazzago San Martino può ritenersi soddisfatta dei risultati raggiunti con questa 25° edizione, tenutasi nel borgo di Bornato dal 19 al 21 di maggio scorso. 

La mostra mercato di rose ed erbacee perenni ha avuto la fortuna (è il caso di dirlo in questo periodo) di poter godere di ben tre giorni di sole, che hanno reso possibile tutti gli eventi in calendario ed una partecipazione record di visitatori: le presenze sono state 11.500 rispetto alle 7.000/7.500 delle precedenti edizioni, segno che l’evento è stato particolarmente gradito. 

«L’interesse dei visitatori non si è limitato alla manifestazione florovivaistica – ha detto l’assessore alle politiche di promozione del territorio Cristian Faita ai microfoni di Teletutto – ma si è esteso anche alle numerose visite guidate, ai laboratori e alle attività proposte all’interno della rassegna…anche le api hanno portato molti appassionati oltre agli appassionati di fiori presenti da sempre».

Il tema delle api è stato di grande successo, come pure le molte attività ed iniziative programmate: le esposizioni di piante e fiori nel borgo di Bornato, il convegno e le proposte di fondazione Cogeme e Terra della Franciacorta, giardini diffusi, balconi e vetrine in fiore, il mercato di arti e mestieri del Palio della Rosa, i laboratori di botanica per bambini, le visite ai siti archeologici, le passeggiate, il Palio della Rosa, i concorsi e gli eventi e le mostre correlate, come quelle degli artisti locali e degli alunni delle scuole primarie e secondarie di Cazzago.

Osvaldo Paderni, presidente del comitato fiera, ha così commentato con soddisfazione: «La gente è arrivata numerosa e gli espositori, anche quest’anno, si sono superati con piante e arredi bellissimi; gli eventi serali sono andati molto bene e quindi siamo davvero soddisfatti di questa 25° edizione».

I vincitori dei concorsi

Nel corso dell’evento la giuria ha proclamato man mano i vincitori dei diversi concorsi: alla Floricultura Billo Federico è andato il riconoscimento come miglior stand florovivaista “…per la varietà dei garofani e per la valenza mellifera delle specie spontanee presentate”; menzione speciale per Ort Antigh “…per la passione per la ricerca di specie antiche e particolari provenienti da tutto il mondo”. Il concorso “La rosa più bella” è stato vinto da Red Lady Truffles di Floricoltura Lari Sauro per “…per la colorazione e la sorprendente forma a stella”.

Il convegno di Fondazione Cogeme “Le regine della biodiversità: un viaggio nel mondo delle api fra storia cultura e natura”

In linea col tema dell’evento fieristico l’interessante convengo tenutosi nel pomeriggio di sabato presso il portico del Palazzo Secco d’Aragona, organizzato da Fondazione Cogeme nell’ambito dell’8° festival “Carta della Terra”. Dopo i saluti istituzionali, l’assessore alla cultura di Cazzago Pietro Bonetti ha posto l’accento sulla possibilità di coniugare la biodiversità con la coltivazione delle monocolture in Franciacorta.

Mino Facchetti, vice presidente di Fondazione Cogeme, ha sottolineato come la biodiversità sia il futuro della vita umana auspicando che vi siano sempre più discussioni e approfondimenti da parte degli esperti in merito a questo importante tema.

Il presidente di “Terra della Franciacorta”, Francesco Pasini Iverardi (sindaco di Passirano) ha spiegato che l’associazione riunisce 22 comuni e 200.000 abitanti. Ha insistito sulla radicalità del messaggio della tutela della biodiversità e degli insetti impollinatori: «Questo argomento non può riguardare solo le pubbliche amministrazioni, ma anche il mondo scientifico e gli esperti del settore, per arrivare fino al singolo cittadino. Bisogna partire dalla scuola e dalla famiglia, con una educazione appropriata per educare i bambini ad avere un animo sensibile a questi temi. Terra della Franciacorta ha il compito di promuovere il territorio e far sì che la coltura della vite si sposi bene col concetto di biodiversità e di tutela ambientale. Sono convinto che questa sostenibilità sia possibile».

Il prof. Gabriele Archetti, docente universitario e presidente di Fondazione Cogeme, ha trattato il tema della biodiversità da un punto di vista storico: le api e il miele accompagnano l’uomo fin dagli albori dell’umanità, descrivendo come, fino all’800, l’allevamento e la produzione del miele siano avvenuti sempre nello stesso modo, si hanno delle novità tecniche solo negli ultimi secoli. 

Dal punto di vista documentario non si trovano molte notizie sull’apicoltura. Il miele è uno degli alimenti completi e viene utilizzato da tutte le classi sociali, anche a livello curativo. Le api vengono sempre più addomesticate e selezionate nel corso della storia, anche per la produzione della cera utile per le candele. L’avvento della liturgia cristiana diede un forte impulso alla produzione ed al commercio della cera d’api. Dal medioevo in poi, ma anche prima, l’allevamento delle api e la tenuta delle arnie sono sempre stati un’attività normale, così come la produzione di latte e l’allevamento degli animali. 

«Api e miele – ha concluso il professore – sono sempre stati considerati elementi preziosi e importanti per la vita dell’uomo essendo, anche ai nostri giorni, preziosi per la tutela della natura e della salute umana».

Il dott. Fabio Gatti, ricercatore dell’Università degli studi di Brescia, si è focalizzato sui concetti di ecologia e biodiversità. L’ecologia nasce nel dopoguerra, intendendo con questo termine lo studio delle relazioni tra gli elementi naturali, concetto che oggi possiamo definire come biodiversità. Quest’ultima può essere intesa in vari modi: biodiversità degli animali, dei vegetali, e la biodiversità ad altri livelli, ossia quella degli ecosistemi e del paesaggio. Le api e tutti gli insetti impollinatori rappresentano dei legami con l’ambiente che li circonda. Biodiversità è tutto lo spettro delle specie animali e vegetali e delle loro relazioni vitali con l’ambiente in cui vivono; gli impollinatori sono importanti per la funzione di fecondare le piante e le api sono uno dei massimi rappresentanti. Dalla fecondazione delle piante derivano gli elementi fondamentali dell’alimentazione animale e umana. Sono il fondamento della vita. Conoscere la biodiversità, consente di fare azioni mirate per tutelare le esigenze di questi insetti e verificare quali danni l’uomo porti all’habitat in cui vivono. Fondamentale è comprendere i luoghi dove gli insetti possano alimentarsi e riprodursi. La riflessione sugli ambienti urbani può pertanto analizzare come l’uomo possa creare ambienti che siano conformi, dando sostegno al rispetto delle esigenze di api e insetti impollinatori. La sfida è pertanto trovare gli elementi che ostacolano queste funzionalità naturali e creare o individuare i territori, anche urbani, dove invece favorire la vita e le esigenze di questi insetti.

Infine la dott.ssa Laura Bortolotti, ricercatrice biologa presso CREA-AA Bologna, studiosa di api e impollinatori, ha illustrato il comportamento di bombi e api selvatiche e mellifere. Gli apicoltori oggi hanno capito l’importanza di preservare anche le api e gli insetti selvatici. Le api vivono libere pur avendo un’arnia e sono animali liberi e poco standardizzabili. Nello studio degli sciami, la dottoressa ha subito notato che questi avevano un comportamento libero che non era conforme a quanto scritto sui libri di apicultura. Le api hanno una biodiversità nei comportamenti, nelle famiglie e nelle sottospecie selvatiche. In Italia ne abbiamo oltre mille specie, ossia il 50% della biodiversità presenti in Europa e stiamo facendo un buon lavoro nella tutela di questa biodiversità. 

«Come possiamo aiutare questi insetti? – chiede la dottoressa – Conoscendoli, perché molti non hanno idea di come vivano; solo così possiamo tutelare il loro habitat. L’80% delle api nidificano nel terreno e quindi è fondamentale la tutela della terra evitando di inquinarla. In agricoltura si possono applicare diversi accorgimenti come per esempio non fare lavorazioni troppo profonde, o lasciare margini sui terreni in cui gli insetti possano nidificare, utilizzare meno pesticidi o farne un uso mirato». 

«L’altro elemento fondamentale sono i fiori: le numerose specie di api visitano fiori particolari con forme diverse. Si è visto negli studi che una maggiore diversità di impollinatori sostiene una migliore diversità di produzione e di sviluppo di piante. La biodiversità è quindi anche un fattore economico, una ricchezza naturale insostituibile e fondamentale per la vita del mondo. Questi straordinari esseri viventi giocano un ruolo fondamentale nel mantenimento della biodiversità e nella salute del nostro ecosistema».

Al termine i presenti hanno potuto assaggiare le diverse qualità di miele con ottime degustazioni offerte dai dagli apicoltori locali.

Emanuele Lopez