Sono numerose le scuole prenotate per visitare la mostra “Vincenzo Foppa. Lo Stendardo di Orzinuovi” nella Rocca di Orzinuovi. “Un’occasione unica per vedere dal vivo un’opera testimone di una storia passata, ma ancora molto attuale – ci dicono il sindaco Gianpietro Maffoni, l’assessore alla Cultura Carlo Lombardi e il curatore Roberto Consolandi. Un’esposizione di altissimo livello, che richiama visitatori anche da lontano, guarda a un pubblico ampio, ma è pensata anche per gli istituti scolastici di ogni ordine e grado, dalla materna alle superiori, con visite guidate ogni giorno. La mostra resterà aperta fino al 31 marzo 2023.

Simbolo della storia che si ripete in modo mai identico, ma spesso molto simile, lo stendardo fu commissionato nel 1513 dagli orceani a Vincenzo Foppa, l’artista bresciano, mentore e “protagonista” del Rinascimento lombardo, per scongiurare una peste che mieteva vittime in tutto il paese. Lo portarono in processione gli abitanti di Orzinuovi, nella speranza di un aiuto provvidenziale per fermare il dolore. Lo stendardo, dopo 500 anni, è tornato nella sua terra ai tempi del Covid, un flagello tragicamente e incredibilmente simile alla peste scoppiata dopo il Sacco di Brescia. E’ datato 1514 e dal 1909 è esposto alla Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia.

In esposizione un corpus di 33 opere, fra cui altre del Foppa, una Crocifissione, una Madonna con il Bambino fra san Giovanni Battista e san Giovanni Evangelista, un Cicerone Leggente (in lightbox), e un Giovanni Battista oltre a un disegno di Andrea Mantegna, il Seppellimento di Cristo (in lightbox). Completano il percorso diversi disegni di Giovan Battista Cavalcaselle, alcuni sesterzi di epoca imperiale, dipinti, manufatti rinascimentali, un raro frammento di tappeto a motivo Holbein, oltre a sculture lignee di Andrea e Maffeo Olivieri.
Lo Stendardo si compone di un recto che rappresenta la Madonna con il Bambino tra i SS. Caterina d’Alessandria e Bernardino da Siena e un verso con San Sebastiano tra Ss. Giorgio e Rocco.
Racconta il curatore Roberto Consolandi: “La rievocazione di una pestilenza e di una guerra ancora in atto sono palesi, ma con questa mostra si vogliono affermare il “magistero prospettico” e l’invenzione della spazialità architettonica del maggior artista del Rinascimento bresciano, e non solo la valenza del realismo nella sua pittura grigio argentea”.
A testimonianza della profonda cultura e conoscenza del Foppa intorno alla moda, che ispira molti elementi degli abiti che ricoprono le figure protagoniste delle sue opere, integra la mostra una esposizione di preziosi abiti realizzati dalla Fondazione Arte della Seta Lisio di Firenze, che riproducono fedelmente modelli del XVI secolo.
Accompagna la mostra un cortometraggio dedicato a Vincenzo Foppa, per la regia di Rosamaria Montalbano con il concept e la direzione di Roberto Consolandi.