Abbiamo attraversato momenti tragici a causa della Pandemia.

Momenti che hanno portato lutti e sofferenze e che ci hanno costretto ad una sorta di reclusione volontaria, che ci ha consentito di limitare gli effetti drammatici del-l’Epidemia.

Anche noi Odontoiatri ci siamo dovuti misurare con questa emergenza limitando, nella fase più acuta della diffusione del Virus, i nostri interventi ai casi più urgenti ed improcrastinabili.

Abbiamo, comunque, in quei due drammatici mesi, lavorato ad organizzarci per il “dopo” consapevoli, però, che fino alla produzione e distribuzione di un vaccino efficace quel “dopo” sarebbe stato un periodo più o meno lungo di convivenza con il Virus.

Ed ora ci troviamo in questa fase. Una fase ancora difficile da gestire perché il Virus (come dimostrano i dati altalenanti dei contagi e la diffusione mondiale della malattia) circola ancora e non è cambiato.

Ma ora lo conosciamo meglio e siamo più attrezzati culturalmente per combatterlo.

Oggettivamente, noi Odontoiatri che quotidianamente dobbiamo misurarci nei nostri Studi con il rischio di imbatterci in qualche “ospite” (virus o batterio che sia) indesiderato ed ignoto anche al suo “ospitante”, siamo da tempo attrezzati.  

Dalla scoperta del Virus dell’AIDS in poi la nostra attenzione è stata ancora più alta e le misure di sicurezza da noi adottate sono state sempre maggiori, garantendo così la nostra salute, quella dei nostri collaboratori e, soprattutto, quella dei nostri pazienti.

Ma il Covid 19 ci ha imposto un ulteriore salto di qualità e di responsabilità a causa della sua estrema contagiosità, che ha comportato per noi tutti una profonda revisione dei protocolli e delle misure di prevenzione.

Nel mio Studio, oltre all’ac-quisto massiccio di DPI (Dispositivi di Protezione Individuale: mascherine, visiere, copri-camici e guanti) peraltro da noi da sempre utilizzati (ma in questa fase piuttosto difficili da reperire oltre ad essere oggetto di un incremento di prezzi impressionante: in alcuni casi aumenti del 500/600%), ab-biamo dovuto rivedere la distribuzione degli appuntamenti per evitare di avere più persone in sala d’aspetto.

Abbiamo deciso di prolungare i tempi dedicati ad ogni singolo paziente in modo da potere eseguire più prestazioni nel singolo appuntamento, evitando quindi un surplus di presenze in Studio.

Abbiamo dovuto aumentare i tempi di distanziamento tra un appuntamento e l’altro, per potere sanificare di volta in volta le sale operative.

Abbiamo dovuto acquistare attrezzature ad hoc per la sanificazione così da potere garantire la massima sicurezza ai nostri pazienti ed a noi stessi.

Abbiamo rivisto tutti i protocolli operativi preparando nelle Sale Operative, per ogni paziente, solo le strumentazioni strettamente necessarie alle prestazioni da effettuare.

Abbiamo dovuto rivedere i protocolli di sterilizzazione dei materiali d’uso.

Abbiamo, ovviamente, istituito un percorso di triage che ci consente di individuare, insieme alla rilevazione della temperatura (rilevazione a cui noi stessi ci sottoponiamo ogni giorno), eventuali pazienti a rischio. Insomma un insieme importante di misure che ci consentono di garantire la sicurezza dei pazienti e di noi operatori.

Non è stato un lavoro da poco, anzi è stato molto impegnativo nella programmazione e nel confronto tra di noi, per giungere a soluzioni efficaci e praticabili nell’in-teresse dei nostri pazienti. E, permettetemi di dirlo, anche economicamente oneroso.

Ma tant’è, si deve fare, e la salute non ha prezzo e merita il massimo impegno per garantirla.

Possiamo però dirci soddisfatti delle misure adottate e possiamo garantire ai nostri pazienti la più tranquilla e sicura frequentazione dello Studio, in attesa che venga prodotto un vaccino che ci permetta realmente di tornare ad una vera “normalità”.

Permettetemi però una ultima considerazione generale: attualmente il Virus non è stato sconfitto.

Lo stiamo contenendo in attesa di tempi migliori. Tutti noi dobbiamo essere responsabili in questa vera e propria guerra per la salute. Ogni cittadino, e non solo il personale sanitario, ha la sua fetta di responsabilità e fa parte di questo esercito. Manteniamo le precauzioni che ci sono state raccomandate: distanziamento, mascherine nei luoghi affollati, igiene delle mani ripetuta e frequente.

La battaglia è in corso e la guerra non è vinta: spetta a tutti noi esserne decisivi protagonisti.

Dott. Francesco Anselmi