Gent.mo Centro per la Famiglia,

sono diversi mesi che non so cosa mi stia succedendo. Premetto che sono una persona attiva, dinamica; ho sempre praticato sport.

Sul lavoro occupo una posizione dirigenziale in qualità di responsabile commerciale di una grossa azienda. Sono sposato con un figlio di 10 anni. 

Il lavoro non mi ha mai pesato, anzi mi sono sempre sentito soddisfatto dei successi raggiunti.

Non so, forse perché sto arrivando alla soglia dei cinquant’anni, forse perché sto facendo un bilancio della mia vita o forse perché fisicamente non sto reggendo più i ritmi di un tempo. Oltre a non stare bene fisicamente, non mi sento psicologicamente bene.

Non so. 

Sta di fatto che faccio fatica a dormire, mangio di meno e non sono tranquillo e questo mi sta succedendo da diverso tempo. 

Provo una forma di ansia che non ho mai avuto. L’azienda in questi due anni si è ampliata e siamo ancora all’interno di un cambiamento di cui a volte faccio fatica a vedere i caratteri e soprattutto l’orizzonte.  

Non sono spaventato dal cambiamento, anche perché in passato ho vissuto altri cambiamenti sempre con lo spirito di chi è curioso delle novità, ma questo “non sapere”quali sono le mete future, i traguardi da raggiungere e tutto ciò che ne consegue in termini di organizzazione mi lasciano sul chi va là! 

Non sento di avere più l’entusiasmo, l’energia e la voglia di un tempo  quando facevo anche trasferte di diversi giorni per lavoro con ritmi a dir poco massacranti e questo si è ripercosso negativamente nel tempo anche sulla relazione di coppia. Insomma sto vivendo, mi passi il termine, un “gran casino” nella mia testa. 

Avreste qualche consiglio da darmi? Grazie

Francesco   

Buongiorno Francesco, non stupisce che lei provi ansia di fronte a questi avvenimenti che stanno caratterizzando un periodo particolare della sua vita. 

Il pensiero di arrivare al traguardo dei cinquant’anni con tutto ciò che ne consegue in termini di valutazione, bilancio di ciò che lei ha saputo realizzare, raggiungere, costruire, apprendere dalle esperienze e dalle scelte fatte, unitamente al cambiamento che sembra stia “subendo” in azienda e, aggiungo, anche se accennato brevemente, alla relazione che sta vivendo o che ha vissuto (questo non è specificato), stanno iniziando a far sentire il loro peso. 

Il punto centrale non è tanto l’ansia in sé.  

L’ansia entro certi limiti non è affatto un demone da temere come molti credono; provare ansia è del tutto normale, è una sensazione o emozione che ci segnala che qualcosa di importante per noi sta avvenendo; è un lampeggiante arancio che ci informa che dovremmo fermarci per saperla ascoltare più in profondità per scoprire, magari, che non siamo più disposti a percorrere la strada che abbiamo percorso finora; che non sentiamo più l’energia di una volta perché semplicemente sono cambiate le mete, gli obiettivi. 

Ancora, che abbiamo bisogno di maggiori certezze riguardo al nostro futuro lavorativo, di maggiore stabilità anche dal punto di vista affettivo relazionale. In effetti nella sua lettera non sfugge un dato che lei coglie come elemento destabilizzante, di disturbo, che la fa stare, come afferma, sul “chi va là”; il fatto cioè che il cambiamento che sta operando la sua azienda stia avvenendo quasi a sua insaputa nel senso che non la vede coinvolto e compartecipe. 

E questo è già di per sé un principale fattore ansiogeno. Sarebbe quindi opportuno avere delle delucidazioni, dei chiarimenti rispetto alla direzione intrapresa dalla sua azienda, per uscire da questo limbo di incertezza. Più che allarmarsi la inviterei, quindi, a prestare maggiore attenzione a quale verità questa ansia le sta comunicando riguardo a se stesso, alle sue scelte. Questa battuta di arresto o meglio di riflessione avrebbe il merito anche di fare ordine rispetto alle priorità e uscire dal “casino” in cui lei si trova ora. Le domande possono essere inviate all’indirizzo mail : info@perlafamiglia-orzinuovi.it

Dott. Ettore Botti

Specialista equipe

psicopedagogica del 

Centro per la Famiglia