A volte una semplice pennellata su una nuda tela, uno schizzo di colore sul bianco mare dell’assoluto, può suscitare emozioni senz’altro complesse da descrivere con i mezzi del “futile” verbo. Eppure, per Vittoria Kathamuthu, studente delle scuole medie cittadine e fiera rappresentate del nostro istituto al 32esimo concorso internazionale “Un poster per la pace”, l’arte è stata il mezzo, il megafono per amplificare un messaggio di eccezionale importanza.
L’opera di Vittoria ha tanto colpito la giuria del prestigioso concorso da conquistare il primo premio nell’agone organizzato e promosso dal Lions Club di Brescia e a cui erano state invitate a partecipare tutte le scuole della provincia.
Il disegno di Vittoria rappresenta un ragazzo trionfante sulla cima di una collina che sventola una coloratissima bandiera della Pace, seguito da un corteo di persone che lo osserva e spera che tutto questo divenga finalmente realtà. L’intera scena è incorniciata, come a voler quasi rappresentare una catena, un confine, dal fumo denso e minaccioso di ciò che ci circonda: il fumo della guerra.
“Carica di adrenalina, quando ho sentito quel fatidico 13 febbraio, nell’auditorium San Barnaba, risuonare il mio nome, sembrava fosse stata cancellata la gravità che mi teneva incollata a terra. Ho incominciato a sentirmi davvero al settimo cielo – ha raccontato Vittoria – Ottenere questo premio è un grande onore non solo per me ma anche per la scuola che frequento e per tutta la nostra comunità. L’arte è da sempre la mia passione, sin da quando, bambina, facevo i primi scarabocchi. Un ringraziamento va alla mia professoressa, Sonia Carrara, che mi stimola sempre più in questa mia inclinazione, e a tutti coloro che mi hanno supportata in questo percorso”.
Un vivido esempio di un’eccellenza della nostra società, resa ancora più grande dall’ardente desiderio di mettere a disposizione la propria arte, il proprio essere, per ricordarci che, come diceva Giovanni Paolo II, “la pace non può regnare tra gli uomini se prima non regna nel cuore di ciascuno di loro”.

Leonardo Binda