Coronavirus: il danno è solo sulle persone infettate o un lockdown generale potrebbe portare a rischi ancora più gravi su larga scala?

“Il problema non è più solo il virus, ma anche come lo stiamo gestendo. Un’idea da valutare potrebbe essere quella di isolare le persone ad alto rischio e lasciare circolare gli altri”

La riflessione è di Francesco Sartorio (nella foto) giovane orceano, studente brillante al quinto anno della facoltà di Medicina e Chirurgia all’Università degli studi Brescia.

Il suo tirocinio nelle ultime settimane al Pronto Soccorso degli Ospedali Civili l’ha portato a vivere direttamente il contatto con i pazienti malati e sintomatici e a riflettere su quanto sta accadendo. 

L’obiettivo, secondo lui, deve essere quello di trovare un modo per salvare lo spinoso dilemma tra tutela della salute e protezione della economia, concetto del resto condivisibile dalla maggior parte delle persone.

A questo proposito il futuro medico avanza un’articolata proposta che lui chiama “dell’isolamento socia-lizzato”: proteggere le persone ad alto rischio e visitarle con adeguate misure di protezione e lasciar circolare quelle a basso rischio con delle nuove misure di contenimento in modo da salvare l’economia delle famiglie italiane.

“Accettare la possibilità del rischio di contagio tra i soggetti a basso rischio è il prezzo da pagare per salvarci dal declino economico. Il 70% dei contagiati è asintomatico (ma c’è chi parla del 95% – ndr). Sono dei diffusori del virus, ma non sono coloro che manderanno in tilt il sistema sanitario – riflette Sartorio.

La sua ricerca di più di 80 pagine, uno studio che nelle intenzioni del giovane potrebbe diventare spunto per una tesi di laurea, nasce dalla analisi approfondita di dati e grafici che fotografano l’andamento della pandemia a livello nazionale.

“Nel corso della settimana dal 19 al 23 Ottobre, durante il tirocinio al Pronto soccorso – ci riferisce Sartorio – ho sviluppato una sensibilità riguardo alla rapidità della diffusione del virus e alla gravità della situazione. Non volevo che la storia si ripetesse. Probabilmente sono arrivato troppo tardi, ma non bisogna perdersi d’animo. Questa pandemia si può gestire e dobbiamo aiutarci a vicenda. Non saranno le risse, fumogeni e vetrine rotte a salvarci. Così nel fine settimana ho incominciato a lavorare a strategie d’analisi e d’intervento per dare il mio contributo. Dall’inizio della pandemia sono stati fatti numerosi studi sul nuovo Coronavirus. Ma i dati sono ancora troppo pochi. Se si riuscissero a stabilire meglio i fattori di rischio che determinano il decorso più o meno grave nel soggetto considerato, si potrebbe intervenire in maniera mirata su queste persone”.

Da qui nasce la sua riflessione e l’eventuale proposta per provare a risolvere in qualche modo la situazione. Sartorio l’ha presentata anche al sindaco e ad alcuni assessori. 

“Sicuramente – dice Maffoni – per il suo entusiasmo e la sua voglia di fare oltre che per le sue competenze sarà il benvenuto nel nostro Gruppo tecnico per il Covid”.

Silvia Pasolini