Al giorno d’oggi parlare di amore per la letteratura e la scrittura è diventato una sorta di classificazione di un fenomeno raro, quasi.

Il tema, di per sé, è molto semplice: meno si legge, meno si pensa, meno si scrive. Un circolo vizioso, frutto, anche, di una scuola un po’ persa tra i nembi in cerca di chissà quale verità e ancora baluardo di qualche coraggioso professore, capace, ancora, di infondere passione ai suoi allievi.

E’ lo studio, la passione per ciò che si fa e il desiderio, sempre legittimo, di dare corpo ai propri pensieri che ci rende liberi e ad assaporare tale sensazione così intima e veritiera è stata Maria Baronchelli (nella foto) giovane orceana che ha dedicato alle lettere la sua vita da studentessa e, si auspica, la sua carriera futura. 

Una persona per bene, a modo, figlia di quel sapere contadino che l’ha spinta ad essere tanto abile quanto umile.

Infatti, uno dei suoi racconti, incentrato sugli ultimi giorni di vita in cella della pucelle d’Orléan, Giovanna D’Arco, impavida guerriera e Santa Patrona di Francia, è stato pubblicato all’interno di una più ampia antologia, intitolata “Racconti Bresciani”, edita dalla casa editrice Hystorica.

Tra più di duecento testi a concorso, soltanto una cinquantina sono stati selezionati come i migliori e dunque oggetto della pubblicazione.

Una figura emblematica, amata dalla sua Nazione, tanto da essere eletta protettrice del Paese di oltralpe, quanto curiosa, ispiratrice.

Una donna, una giovane, che guidata dalla sua fede ha combattuto strenuamente per riconsegnare le terre di Francia al tempo, durante la Guerra dei Cent’Anni, cadute sotto il dominio della corona d’Inghilterra.

Un racconto dunque introspettivo, narrato in prima persona, che ha saputo cogliere le emozioni di una donna in procinto di morire sul rogo, accusata di eresia. 

La premiazione della giovane scrittrice orceana è avvenuta nel corso della 17esima edizione della Microeditoria di Chiari, evento che ha assunto un retaggio di livello nazionale e che sicuramente nobilita ancor di più il talento di Maria, a cui vanno le nostre più vive congratulazioni. 

Leonardo Binda