1) Lei è musicista e, nonostante la giovane età, ha alle spalle un’esperienza decennale in questo settore. Ci racconta come si è approcciato alla musica e quali sono stati i suoi primi passi?

Il primissimo approccio alla musica lo ebbi all’età di 8 anni quando mia madre mi regalò una chitarra classica ed iniziai a farne conoscenza da autodidatta (supportato da parenti e amici) .  Tuttavia il primo vero passo lo mossi all’età di dodici anni quando in occasione di una disputa tra coetanei e qualcuno più grande, si metteva ai voti la bravura di ognuno. Decisi allora di impegnarmi dedicandomi allo studio delle terzine e terzine alternate sulla scala pentatonica, portandole con successo a buona velocità, autodeterminandomi e appassionandomi allo studio dello strumento.  Ricordo ancora con affetto come la chitarra e la musica abbiano condizionato il mio carattere dandomi l’opportunità di mettermi in gioco e di migliorarmi.     

2) Da musicista e insegnante, ad ideatore di un progetto molto importante che si rivolge alle persone diversamente abili. Come è nata il suo impegno in questo ambito?

L’impegno in questo ambito è nato grazie ad un importante incontro con Enrico Mantelli. Ero uno studente universitario di ventiquattro anni che non vedeva in modo chiaro un futuro né lavorativo né sociale, vuoi perché idealista, vuoi perché non ancora rassegnato al rintanarmi in una vita fatta di parsimonia e convenienza. Per dirla in altri termini ero un’anima irrequieta, poco disposta ad accettare il “paradigma sociale” dell’adattamento sulla base di forza economica e bellezza materiale. Avevo chiaro chi non volevo essere ma non chi potevo essere nel qui ed ora e questo mi provocava profondo disagio. Ho incontrato Enrico Mantelli un uomo con sindrome di Down, l’ho incontrato vedendolo danzare liberamente su di un palco in un oratorio, improvvisando espressioni corporee. Io non sapevo nulla sulla disabilità, ma quell’incontro mi commosse profondamente, Enrico aveva trovato la sua risposta ed in quel momento attraverso gli occhi incollati sul palco, mi aveva parlato, infondendomi la nuova speranza che qualsiasi condizione sociale o umana non avrebbe mai potuto rimuovere la libertà che avevo dentro. Da li a poco mi offrirono l’incarico di realizzare un piccolo laboratorio musicale presso un centro diurno per ragazzi disabili.    

3) Lei ha fondato “Si può fare band”. Ci spiega di cosa si tratta?

Si tratta di una band composta da ragazzi con disabilità che suonano le percussioni, affiancati da musicisti,professionisti, educatori, volontari, famiglie e un ottimo staff tecnico. Attualmente la band vanta alcune centinaia di esibizioni svolte negli ultimi cinque anni, per la maggiore in feste di paese, sagre, oratori ed in contesti scolastici grazie ai percorsi musicali realizzati nelle scuole.  La Si Puo’ Fare Band prende il nome dall’omonimo laboratorio musicale, attività educativa dedicata a persone con disabilità. Ci tengo a sottolineare che non si tratta di musicoterapia, il nostro interlocutore non è un paziente, un soggetto, un utente o un caso ma una persona nella sua irriducibilità. Il fatto che la musica agisca sul benessere psicofisico ed emotivo è notoriamente risaputo.  

4) La sua band, da anni, esegue numerosi e importanti concerti in varie zone della provincia di Brescia e non solo. Quali sono i programmi per la stagione primaverile ed estiva?

Le date della stagione primaverile ed estiva sono ancora in programmazione attualmente saranno una trentina , di seguito una breve e parziale carrellata dei contesti e paesi In cui siamo già stati ingaggiati :  Quinzano D’Oglio concerto al palazzetto dello sport con terze medie,  Remedello concerto in piazza con scuole , Ghedi concerto in piazza Trento con scuole e mostra fotografica, Festa Vigili de Fuoco Verolanuova,  Gaim festival Lumezzane, Poncarale Festa d’estate, Biella piazza Duomo, Isola d’Elba concerto in piazza Porto Azzurro, Verolavecchia Festa d’Estate ecc ecc per rimanere informati  sugli aggiornamenti abbiamo la pagina Facebook e instagram dell’associazione Si Puo’ Fare  A.P.S.   

5) Progetti per il futuro?

I progetti per il futuro sono quelli di stringere legami sempre più intesti con i territori in cui siamo presenti con l’obiettivo di moltiplicare le possibilità di incontro e di spazio condiviso tra persone con disabilità e tessuto sociale, obiettivo ampiamente raggiunto oltre le aspettative, negli ultimi due anni di lavoro anche grazie alla partecipazione a bandi di Regione Lombardia . Tanti altri obiettivi sono legati a temi artistici come la realizzazione di nuove musiche, testi e videoclip musicali.